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Tutti vogliono ALLEGRI! Il teorico del corto muso conteso tra tre panchine per i rapporti coi media? Cassano: “Manda messaggini, faccio i nomi”

  • di Valerio Moggia Valerio Moggia

30 maggio 2025

Tutti vogliono ALLEGRI! Il teorico del corto muso conteso tra tre panchine per i rapporti coi media? Cassano: “Manda messaggini, faccio i nomi”
È arrivata l'ufficialità del secondo mandato di Massimiliano Allegri al Milan. Tra cortomusismo, risultatismo, simpatie e antipatie ci si chiede cosa abbia spinto i rossoneri a richiamare il tecnico livornese dopo oltre dieci anni. Antonio Cassano sostiene che, tra le armi nemmeno troppo segrete del mister, ci siano i rapporti d'amicizia con alcuni giornalisti influenti, tra cui Fabio Caressa, Ivan Zazzaroni e Sandro Sabatini. Favori e controfavori ricorrenti tra Mex e i media. È davvero l'unico a pensarla così?

di Valerio Moggia Valerio Moggia

Questa volta gli è bastato solo un anno sabbatico, prima di tornare in panchina. Massimiliano Allegri sarà il prossimo allenatore del Milan, che aveva già guidato tra il 2010 e il 2014: è lui l’uomo scelto per risollevare i rossoneri dopo il disastro di questa stagione, chiusa addirittura fuori dall’Europa. Ma la cosa interessante è che il tecnico livornese era seguito con interesse anche da altre due big della Serie A: il Napoli aveva pensato a lui in caso di addio di Antonio Conte, mentre l’Inter lo avrebbe valutato volentieri come successore di Simone Inzaghi.

Un parterre di pretendenti di primissimo piano, per un allenatore che viene costantemente criticato dai tifosi fin dal 2019. Quello fu l’anno conclusivo della sua prima esperienza alla Juventus, terminata di fatto con la pesante eliminazione contro l’Ajax, che aveva dominato i bianconeri grazie a un gioco spumeggiante e nonostante una rosa sulla carta molto più modesta. Sono seguiti due anni di ritiro spirituale, durante i quali Allegri sembra non aver fatto altro che attendere una seconda chiamata a Torino, puntualmente arrivata nel 2021. Da lì, tre stagioni di gioco inconcludente e risultati mediocri: per la prima volta senza trofei dal 2011, la Juve non è mai stata in corsa per lo scudetto, non è mai andata oltre gli ottavi di Champions League, e ha messo in bacheca appena una Coppa Italia. Com’è possibile allora che improvvisamente Allegri sia tornato a essere uno dei tecnici più richiesti delle grandi squadre italiane? Sicuramente il fantasma delle vittorie passate ha fatto il suo, ma è pur sempre vero che sono sei anni che non conquista uno scudetto, e che nel frattempo ha collezionato più odio dai tifosi che titoli sportivi. Il suo stile di gioco è ritenuto da molti sorpassato, e la retorica sul “corto muso” solleva ormai soprattutto i fastidi degli appassionati.

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A sentire Antonio Cassano, l’arma segreta dell’allenatore livornese sarebbero invece le sue amicizie nei media. Nello show su Twitch Viva el Futbol, l’ex attaccante barese ha detto esplicitamente che Allegri “manda il messaggino” ad alcuni giornalisti amici perché lo accostino a club importanti, tenendo vivo il suo nome sul mercato. Cassano, come suo solito, non ha evitato di fare nomi: Ivan Zazzaroni, direttore del Corriere dello Sport, Fabio Caressa, giornalista di punta di Sky Sport, e Sandro Sabatini di Sport Mediaset. Scenario plausibile?

Che Allegri abbia sempre goduto di un’ottima stampa è un fatto che molti hanno sottolineato in passato. I tre nomi fatti da Cassano sono indiscutibilmente suoi amici personali, e lo hanno già confermato in passato: Sabatini ha detto di conoscere Allegri fin dai tempi dell’Aglianese (un club toscano che il prossimo tecnico milanista ha guidato nel 2003/04), mentre Zazzaroni ha scritto anche sul proprio giornale di essere molto vicino all’allenatore e di sentirlo spesso, e nel 2023 a Radio Deejay si definì “allegriano”. Pure Caressa ha ammesso un’amicizia personale col livornese, sebbene non gli abbia mai risparmiato critiche, come quando due anni fa disse che secondo lui aveva perso “un po’ di lucidità”.

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Massimiliano Allegri ospite di Fabio Caressca a "Sky Calcio Club" - 2021

Quindi, qualcosa di vero nelle accuse di Cassano c’è, anche se è probabile che su di esse pesi molto il parere di un suo, di amico: Lele Adani. Nel 2019 quest’ultimo litigò furiosamente con Allegri in tv su Sky, e in seguito lanciò delle frecciatine a Caressa in alcune dirette su Twitch, stuzzicandolo sull’amicizia con Allegri e sul fatto che lo proteggesse. Di sicuro, il tecnico livornese aveva uno strettissimo rapporto con uno dei decani del giornalismo sportivo italiano, Mario Sconcerti, a cui concesse un'intervista esclusiva nel settembre 2022 per il Corriere della Sera. Anche in quel caso le critiche dicevano che Sconcerti stesse facendo un favore a un amico, offrendogli uno spazio sicuro in cui parlare senza contraddittorio, mentre la sua Juve era bersagliata dalle critiche.

Chi conosce bene l’ambiente del calcio italiano sa quanto faccia comodo avere una buona stampa a favore. Di sicuro non basta per vincere, ma finché il tuo nome viene trattato con rispetto e considerazione sui media più importanti - a cui poi quelli meno prestigiosi fanno spesso eco - allora anche le squadre di Serie A continueranno a tenerlo presente. Proprio come per tanti altri lavori, il mestiere dell’allenatore si basa molto sulla rete di contatti che uno si riesce a creare. Vale per Allegri ma, più in piccolo, pure per tanti altri tecnici che, a dispetto dei risultati mediocri, continuano a trovare periodicamente ingaggi in Serie A in squadre in lotta per non retrocedere.

Oltre a questo, Allegri ha il vantaggio di essere uno dei pochissimi profili disponibili e “sicuri” per club italiani di primo piano. Degli allenatori in attività ad aver vinto uno scudetto, solo tre sono attualmente senza contratto: lui, Sarri e Roberto Mancini. Del gruppo, Allegri è decisamente quello che gode dei maggiori favori dei media, e che ha la reputazione apparentemente più affidabile. In un calcio tradizionalmente conservatore come il nostro - in cui giovani tecnici dal piglio innovativo come Fàbregas, De Zerbi e Farioli sono considerati un rischio - il livornese non può non avere ancora un forte appeal tra i dirigenti.

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