C’è un momento, a San Siro, in cui il calcio si prende una pausa e lascia spazio alla musica. Non è durante l’intervallo né al fischio finale. Succede prima di ogni partita dell’Inter, quando partono le note di “Ogni volta”, una delle canzoni più intime di Vasco Rossi (pur avendola scritta di getto). E in un attimo lo stadio si trasforma: da bolgia nerazzurra a palcoscenico rock. E Vasco? Ne è felicissimo, racconta a La Gazzetta dello Sport, perché tifa Inter da sempre: "Mi vengono i brividi solo a pensarci", dice, "Settantamila persone che cantano una mia canzone prima di una partita… è una roba da pelle d’oca". Da quando hanno iniziato a metterla, hanno anche cominciato a fare gol, secondo lui. Ma come nasce il legame tra Vasco e la squadra? "Quando ero bambino mi affascinavano il nero e l’azzurro. Niente a che vedere con il rosso e nero o il bianconero. Ho scelto la squadra per la maglia, e da lì non l’ho più lasciata". All’inizio, però, non è stata una relazione facile: "Ho iniziato a seguirla con costanza quando perdeva sempre. Dieci anni di sconfitte, e io ne soffrivo da morire. Ma forse è stato proprio questo a farmi legare così tanto. L’Inter è sofferenza, ed è proprio lì che scatta l’amore vero". Non è mai stato un grande sportivo, Vasco. Il pallone non lo ha mai appassionato davvero, almeno non da giocatore. "Come gioco, nel pratico, non mi è mai interessato. Non sono mai stato uno sportivo: certo, provai, ma neppure da bambino mi appassionò molto". Poi è arrivata la chitarra...

Però il calcio, da spettatore e tifoso, lo ha sempre affascinato: "Due squadre che si sfidano con aggressività, ma su un pallone. Non su una persona. È un modo sano per sfogarsi".Il suo rapporto con l’Inter è fatto di alti e bassi. C’è stato un momento in cui ha detto basta. "A un certo punto non ce la facevo più. Mi faceva stare troppo male. Ho deciso che non avrei più guardato le partite, e infatti adesso spesso le registro e le guardo dopo, sapendo già com’è andata…". Vasco l’interista “sofferente”, ma anche l’uomo che si è goduto la gloria, almeno una volta. "Certo, poi è arrivato anche Mourinho. Un periodo che ho vissuto al massimo e con molto entusiasmo fino alla conquista del Triplete". E adesso che “Ogni volta” è diventato quasi un secondo inno della squadra, quel legame si è fatto ancora più forte. Una sua canzone a un passo dal fischio d’inizio. La finale contro il PSG, però, Vasco non la vedrà. Sarà sul palco, in tour a Torino. "Quando sono in concerto sono concentrato al 1000%. Tutto il resto si sospende". Compresa la sua Inter. Ma una cosa è certa: appena il concerto si svuoterà e la chitarra sarà di nuovo al suo posto, Vasco vorrà sapere com’è andata.
