Oggi è il giorno in cui i tifosi dell’Inter vanno alla Pinetina, dove l’Inter si allena, come avevamo scritto. Ma le attenzioni sono rivolte alla finale di Champions a Monaco perché le voci che stanno arrivando dal mondo ultras sono pesanti. Guerriglia. Seconda Heysel. È questo quello che ci aspetta? Tra gli ultras le voci sono chiare: a Monaco sarà il caos. La tensione in vista della finale di Champions League è altissima. Si parla di 2mila tifosi nerazzurri. In realtà, i tifosi senza tagliando saranno 500. Una fonte che ha scelto di restare anonima ha parlato: “Non ci danno i biglietti? Bene, gli ultrà faranno gli ultrà. Andremo su e spaccheremo tutto”. Il 31 maggio gli interisti ci saranno, nonostante lo scontro con società e Procura per i biglietti non dati. Ce lo stanno confermando in tanti. In questi giorni partiranno decine di furgoni e bus organizzati dai membri della curva. Rimarranno fuori dall'Allianz Arena ma hanno deciso di andare lo stesso. Rischiamo due giorni di guerriglia. Dall’altra parte, infatti, c’è una tifoseria pericolosa.

Gli ultras del Psg
Quella degli ultras parigini è una storia complicata, fatta di divisioni interne, conflitti ideologici e politici, differenze sociali. Fino al 2010 c’erano due gruppi particolarmente attivi: la Kop of Boulogne e la Supras Auteuil. Dopo numerosi episodi di violenza, le due frange di ultras vennero sciolte. Dal 2016 esiste un unico gruppo riconosciuto dalla società, il Collectif Ultras Paris, che ottenne permessi e biglietti per tornare al Parco dei Principi. Nonostante la rigidità delle misure prese, nell’ultimo periodo abbiamo assistito ad altri episodi gravi. In particolare, dopo la semifinale contro l’Arsenal, a Parigi ci sono stati scontri con la polizia e sassaiole. Sugli Champs-Élysées un'auto investì tre persone, una delle quali è rimasta gravemente ferita. La vettura è stata poi incendiata dai tifosi. In più, i fan del Psg sono gemellati agli ultras del Napoli, nemici storici degli interisti.

La tensione tra Inter e Napoli
Pesa nei rapporti tra le due curve la morte di Daniele “Dede” Belardinelli, ultras del Varese ucciso da un ultras napoletano il 26 dicembre 2018 durante gli scontri che hanno preceduto la partita di San Siro tra le due squadre. Belardinelli venne travolto da un suv. Una ferita mai ricucita. È la “morte perfetta” di cui ha parlato anche Andrea Beretta nelle sue confessioni. Di recente c'è stato un altro fatto molto grave: dopo la partita tra Parma e Inter, i membri dell'Inter Club Prato stavano sostando all'Autogrill Cantagallo, quando sono stati assalati dai sostenitori del Napoli. Nell'ambiente ultrà è un gesto pesante. È come colpire donne e bambini. Inaccettabile. Poco prima dell’ultima partita del campionato appena concluso, Nino Ciccarelli, leader e fondatore dei Viking, ha risposto all'aggressione del Cantagallo con un post sui social e la foto di uno striscione che rimandava ai fatti di Caianello, altro episodio che ha coinvolto nerazzurri e tifosi napoletani. Ma dalle notizie che stiamo ricevendo sembra che quello fosse solo l’antipasto di ciò che sta per succedere.

Il rischio della guerriglia
Gli ultras della curva Nord hanno giurato vendetta. Sappiamo che alcuni gruppi di fan del Napoli andranno anche loro a Monaco. Sono gemellati con il Paris. L’Inter, invece, è gemellata con altre tifoserie che odiano i parigini: in Germania ci saranno membri delle curve di Nizza e Marsiglia. Non solo: a Monaco sono attesi anche ultras olandesi del Psv Eindhoven e i bulgari del Botev Plovdiv. Sembra poi che da Roma saliranno una decina di persone della curva Nord della Lazio. Il rischio della guerriglia c'è. I servizi segreti e le forze dell’ordine tedesche, francesi e italiane sono state preallertate e si stanno parlando tra di loro. Stanno pensando a come impedire che la situazione degeneri oppure hanno intenzione di non fare niente? Le istituzioni e la società hanno limitato i biglietti da elargire agli ultrà. Dei 18mila tifosi previsti sono pochi quelli che appartengono ai gruppi della curva. Dopo la protesta non c’è stato nessun avvicinamento tra le parti. La domanda è: se dovessero esserci scontri fuori dall’Allianz Arena chi se ne prenderà la responsabilità? La Uefa, l’Inter, i vertici ultrà o la Procura, che negando i biglietti ha inasprito questa situazione? Mercoledì lo SLO aveva pensato di stabilire un ritrovo nei pressi dello stadio per chi è senza biglietto, ma la proposta è stata rispedita al mittente. Ora, però, servono contromisure. Altrimenti la finale potrebbe essere ricordata più per la violenza al di qua dei cancelli dello stadio che per ciò che accadrà in campo.

