Venerdì asciutto ma piuttosto pazzo quello della MotoGP ad Assen. La sessione mattiutina è stata ritardata di oltre un'ora per una perdita d'olio avvenuta alla fine del turno della Moto3, dopodiché il protagonista delle FP1 è stato soprattutto Marc Marquez, che all'ingresso della velocissima curva 15 ha perso il posteriore ("Ha scalato due marce forse troppo bruscamente con le gomme ancora fredde" - spiegherà poco più tardi Davide Tardozzi) ed è poi rotolato nella via di fuga procurandosi una contusione al gomito sinistro e una compressione del nervo ulnare. Questo infortunio gli ha fatto perdere forza e sensibilità per una decina di minuti, senza impedirgli di rientrare in pista e di stampare il miglior tempo al terzo giro lanciato, una scalata alla vetta post tonfo che è sintomatica dello stato di forza attuale del 93 sulla GP25. Ma non finisce qui, perchè nelle Prequalifiche, a pochi istanti dalla bandiera a scacchi, Marc è caduto ancora: chiusura d'avantreno nella velocissima curva sette e lunga scivolata a pancia in giù nella ghiaia. Lo spagnolo si rialza subito, sembra tutto a posto, ma poi si arresta, ripiegandosi su se stesso. Con le mani si tocca il basso ventre e, quella che in prima battuta sembrava una preoccupante ricaduta al nervo ulnare pigiato in mattinata, si trasforma in un banale ma dolorosissimo schiacciamento prolungato di testicoli sui sassolini olandesi. Al rientro ai box Marc, con un sesto tempo in cassaforte, è più sciolto nella camminata ma visibilmente provato in viso, dove riporta anche un'evidente abrasione sotto al mento.
La giornata sulle montagne russe del leader del campionato rispecchia fedelmente quella dell'intera MotoGP, le cui Prequalifiche sono state spezzate da due bandiere rosse. La prima per uno spaventoso highside di Ai Ogura alla fine del terzo settore - con l'Aprilia Trackhouse che, rimbalzando sull'asfalto, ha rotto il serbatoio e preso istantaneamente fuoco (il pilota giapponese successivamente è tornato in azione con la seconda moto) - la seconda per una brutta caduta apparentemente senza conseguenze di Lorenzo Savadori, la cui RS-GP in uscita di curva 8 ha sperperato qualche goccia d'olio sull'asfalto, che ha costretto gli uomini di Loris Capirossi all'applicazione del filler per mettere in sicurezza il time attack decisivo. Prima di tutto ciò, erano stati sei i piloti a scivolare nella fase inaugurale delle Prequalifiche: Zarco, Bastianini, Aldeguer, Alex Marquez, Morbidelli e Aleix Espargaró. Ad accomunarli una gomma media montata sull'avantreno e probabilmente non ancora adatta all'aria fresca di Assen. Da quel momento in poi, infatti, tutti hanno prudentemente girato con coppie di soft, configurazione che ha visto Pecco Bagnaia tra i migliori in ottica passo gara, dato che il 63 è stato l'unico insieme a Fabio Quartararo a ripetere tempi sul piede del 32 basso con gomme già parecchio spremute. Queste dinamiche potrebbero cambiare drasticamente nel corso del weekend, dato che nei Paesi Bassi sono previste temperature in aumento per sabato e domenica. Eventualità che riporterebbe in gioco l'utilizzo della media.
Per il resto, negli ultimi tredici scoppiettanti minuti di Prequalifiche successivi alla bandiera rossa di Savadori, è stato Fabio Quartararo a prendersi il miglior tempo con un 1'31"156 (ancora sei decimi da limare per abbattere il record della pista) che è figlio soprattutto di un notevolissimo T4. Ad un decimo dal francese c'è Alex Marquez, che precede Acosta e Bezzecchi, costantemente tonico e perpetuamente domatore di un'Aprilia che più volte tra il terzo e il quarto intertempo gli si è messa a bandiera. Quinto a due decimi e mezzo dalla vetta Pecco Bagnaia, autore di un T1 lento riscattato da T3 e T4 eccezionali in un time attack in cui provvisoriamente si era anche messo davanti a tutti. Dietro a Marc Marquez, chiudono la top ten le VR46 di Di Giannantonio e Morbidelli (rispettivamente settimo e nono), la KTM di Maverick Vinales e la Honda LCR di Johann Zarco, che ha azzannato l'accesso diretto in Q2 in extremis. Domattina, alle 10:45 italiane, si contenderanno due posti nel Q1 le Yamaha di Rins, Miller e Oliveira, le Aprilia di Fernandez, Ogura e Savadori, le Honda di Mir, Aleix Espargaró e Chantra, oltre all'unica Ducati oggi fuori dai dieci: la Gresini di Fermín Aldeguer, che ha prodotto un salvataggio da cineteca all'uscita della rapidissima curva 11.
