E’ uno dei più taciturni e è tra quelli che vorrebbero far parlare sempre e solo la pista. Ma Franco Morbidelli è pure uno che ha sempre uno spunto in più, modi più profondi e zero leggerezza. Ecco perché è a lui, quasi sempre a lui, che si finisce per fare riferimento quando le questioni della MotoGP vanno oltre il semplice episodio di gara. E’, insomma, uno che ci si trova sempre un po’ in mezzo. E’ successo anche nel giovedì di Assen, quando nella sala stampa gli hanno chiesto del suo incidente con Maverick Vinales al Mugello e ne è nata una riflessione per nulla banale su quello che succede e quello che, invece, si vede. “Mi sarebbe piaciuto – ha detto - avere un'idea più chiara dell'incidente, ma non è stato possibile perché tutto ciò che è stato mostrato è stato solo relativo all’episodio più pericoloso e dannoso, soprattutto per Maverick , ma anche per me, perché mi ha causato un long lap. Tutto ciò che è successo prima non si vede, così come non si vedono le immagini dalla mia prospettiva”.

Non una polemica, sia inteso, con Morbidelli che ribadisce di considerare giusta la penalità ricevuta e insiste sul fatto che i commissari hanno sicuramente visto molte più immagini di quelle che poi sono state trasmesse. Il pilota italiano, semmai, sembra farne più una questione sull’opportunità di spiegare a fondo ai piloti i perché delle decisioni, anche facendo vedere ciò che non viene trasmesso.
“Non ho rivisto l'incidente – ha ribadito – non l’ho rivisto perché sono state pubblicati solo due filmati, e a mio parere non sono per niente chiari. Uno è dall’on board di Maverick e l’altro è dalla telecamera di Di Giannantonio. Non c'è niente dalla mia, dall'elicottero o da altre prospettive che chiariscano quello che è successo prima. In ogni caso queste sono le corse e, come ho già detto, accetto la penalità. Non penso che la mia squadra avrebbe dovuto presentare reclamo? No, penso piuttosto che sarebbe meglio, soprattutto per la nostra squadra e per me, che la questione venisse chiusa qui. Sicuramente si verificheranno altre situazioni, altre battaglie tra altri piloti, altri contatti: sono le corse. Di sicuro immagini più dettagliate e imparziali potrebbero aiutare a dare un'idea migliore. Sicuramente i commissari hanno tutte queste immagini e hanno preso la loro decisione analizzandole tutte".

Discorso chiuso, quindi, e nessuna voglia di insistere, con Franco Morbidelli che però tira fuori un’altra perla delle sue quando gli si chiede del commento al veleno affidato ai social da Aleix Espargarò. Spiegando che ok i dissing tra i piloti, ma che una contestualizzazione che tenga conto che il motorsport è qualcosa che fa parte del mondo sarebbe il segno di una sensibilità sempre più necessaria. Per farla corta: raccontare di guerre tra piloti è triste quando ci sono le guerre vere intorno. “C'è molta enfasi quando si parla di battaglie e lotte che possono diventare personali – taglia corto Franco - È inutile nascondere il fatto che tra me e Espargaró ci sia questo tipo di scontro, forse più sul filo tra l'aspetto sportivo e quello personale. È innegabile che sia una cosa che piace al pubblico, ma secondo me questo è un momento in cui bisogna pensarci dieci volte prima di imbarcarsi in questo tipo di narrazione".
Meglio, piuttosto, raccontare le sport in tutto quello che c’è da raccontare. Compreso che Franco Morbidelli, al momento, è probabilmente il pilota della MotoGP nella più paradossale delle situazioni: è quarto nella classifica generale, ma rischia di restare a piedi a fine stagione. Perché in Ducati, molto probabilmente proprio sulla sua moto della VR46, dovrebbe arrivare Pedro Acosta. E per Morbidelli c’è solo una cosa da fare: dimostrare di meritare ancora la classe regina. A cominciare proprio da Assen. “Veniamo da una gara positiva al Mugello – ha spiegato - Assen è una pista abbastanza simile per certi versi, dove ho faticato molto l'anno scorso. Quindi spero di continuare questa tendenza positiva e di poter iniziare un po' meglio rispetto al Mugello e andare sempre un po’ in crescita. Fondamentalmente, la squadra lavora in modo impeccabile e, anche se non ci conosciamo ancora bene, riescono sempre a trovare le soluzioni giuste per migliorare e arrivare domenica nella migliore situazione possibile. A mio parere, quest'anno ci sono riusciti al cento per cento e è proprio grazie al loro modo di lavorare. Sono molto contento, è un valore aggiunto".