Alberto Puig è stato chiaro: “Chiunque vorrebbe un campione del mondo e quindi anche Honda, ma Martìn ha un contratto con Aprilia”. Una paraculata? Certo! Ma di quelle che mettono in una posizione di neutralità anche quando la neutralità non c’è, perché è un modo per dire che Honda è pronta a accogliere Jorge Martin, anche con un contratto di quelli ormai impensabili per la MotoGP di oggi, ma solo dopo che la questione con Aprilia sarà risolta senza che a sedersi al tavolo debba andarci anche HRC. Su MOW avevamo già ampiamente raccontato tutto, spiegando che Albert Valera, il manager di Martìn, ha provato pure a giocare le ultime carte per capire se ci sono i margini per monetizzare un eventuale mossa da figliol prodigo. Margine che, però in Aprilia non ci sono: se Jorge vorrà rispettare il contratto si è pronti a metterci una pietra sopra e andare avanti come se nulla fosse successo e magari pure con più entusiasmo, quello che deve essere chiaro, però, è che “sopra la pietra sopra” Aprilia non ci metterà neanche un Euro.

Chi, invece, di Euro rischia di mettercene decisamente tanti è Jorge Martìn, perché il braccio di ferro gli costerà in ogni caso carissimo. Da un lato, sempre come già detto su MOW, c’è la prospettiva dei tribunali (con i tempi della giustizia italiana) che potrebbe tradursi con uno stop anche di qualche mese se non anni e dall’altra c’è l’unica via d’uscita possibile: convincere Aprilia attraverso il pagamento di una penale. Una penale che Jorge Martin potrebbe coprire anticipando una parte dei soldi che andrà poi a guadagnare in Honda, ma non certo con i soldi di Honda. Si parla di una proposta per tre anni e trenta milioni, ma è ancora così sicuro che in HRC siano pronti a impegnarsi così a lungo e in maniera così consistente con un ragazzo che è sì un campione, ma che ha passato quello che ha passato anche da un punto di vista fisico? E poi ci sono le ferite lasciate da Marc Marquez, che bruciano ancora, e che hanno insegnato che un campione vuole vincere subito e non avrà mai la pazienza di aspettare che un progetto diventi maturo. Ecco perché, mentre si sogna, in HRC c’è chi comincia a pensare che lasciare le cose come stanno potrebbe non essere il male assoluto, con piloti disposti a un lavoro che potrà ripagare più in là e senza il fiato sul collo di dover vincere subito. E magari perdere di nuovo la bussola.
Del caso Martìn s‘è parlato a lungo anche nel salotto di Jorge Lorenzo, Duralavita, con il cinque volte campione del mondo e Ricard Jovè che hanno aggiunto indiscrezioni alla narrazione già nota. Il cuore della controversia risiede in una clausola specifica negoziata da Martin con Aprilia. “Io ho informazioni, non dirò la fonte perché sono un gentiluomo, ma potete immaginarla – ha sibillinamente affermato il cinque volte campione del mondo - Jorge Martín, quando ha negoziato con Aprilia, voleva un contratto di un anno. Ma Aprilia ha insistito per due anni e alla fine si sono accordati inserendo una clausola chiara: se il pilota non avesse raggiunto certe posizioni nella settima o ottava gara, avrebbe potuto rescindere quel contratto. Aprilia non ha ignorato la richiesta di Martìn di prorogare la scadenza di quella clausola, ma non è d'accordo. Ora la negoziazione di Martín con altre fabbriche è compromessa, perché molte squadre non vogliono entrare in questioni legali e delicate. Sarebbero il pilota e Aprilia a doversi vedere in tribunale in futuro, anche se Martín corresse già con un'altra squadra. E la squadra che lo ingaggia dovrebbe essere disposta ad accettare una situazione di processi e avvocati. Honda ha dieci, venti, tre volte più soldi di Aprilia e sicuramente ha il potenziale per ingaggiare Martín, ma è sicuro che vogliano davvero farlo?”

Chiaro e, in perfetto stile Jorge Lorenzo, senza alcun pelo sulla lingua, con il maiorchino che trova la spalla anche nelle affermazioni di Ricard Jovè. “Se Martín e Aprilia non troveranno un accordo finiranno male. E male significa in tribunale – ha spiegato – Penso che a Martín non resterà altra scelta che restare, ma non è quello che vuole e forse non lo vuole neanche Aprilia, oppure mettersi d'accordo sul risarcimento economico che il pilota dovrà pagare alla casa di Noale per ottenere la libertà di andare dove vorrà. La negoziazione è già in corso, ci sono già contatti per capire con quale cifra Aprilia si sentirà risarcita, ma dovrà anticiparla il pilota. Anche se poi incasserà un ingaggio che basterà a coprire quanto anticipato grazie a un altro marchio che sappiamo".
Quindi come andrà a finire? Viene da dire che al momento le possibilità di vedere Jorge Martin su una Aprilia anche nel 2026 sono sicuramente più alte rispetto a qualche mese fa, ma anche più basse rispetto ai giorni immediatamente successivi all’Aprilia All Stars. Perché sono stati in molti a notare che il pilota spagnolo non s’è fatto vedere al Mugello e questo è senza dubbio il segno che la tensione tra le parti è ancora altissima. Al GP d’Italia, però, c’era Albert Valera, il manager di Martinator, e di sicuro un punto sulla situazione sarà stato fatto, con Aprilia che ha comunicato che non intende retrocedere di un millimetro, pur ribadendo la disponibilità a accogliere a braccia aperte Jorge. E’ più che probabile che Martìn a questo punto si darà del tempo, ma mettendosi l’anima in pace: restare o pagare. Per capire meglio la RS-GP farà a breve un test (grazie alla così detto “regola Martìn), mentre è da escludere che possa rientrare al Sachsenring come s’era pensato fino a qualche tempo fa. E’ un circuito molto fisico e la prudenza suggerisce di provarci, semmai, a Brno. Poi, nello spazio di tre o quattro gare, verosimilmente a Misano, si dovrà annunciare la decisione finale.