Ma come andrà la gara? A Valencia scorre l’ultimo weekend del Motomondiale 2022, tra addii e un titolo mondiale da assegnare. Sarà che quella vena di malinconia si mescola all’impazienza, sarà anche un pizzico di scaramanzia a mettersi di traverso, ma resta il fatto che fare previsioni “è una bella bega”, come si direbbe tra le vie principali del paddock del Ricardo Tormo. Fabio Quartararo per vincere il titolo deve vincere anche la gara, poi guardare cosa combina Pecco Bagnaia. Parte quarto, preceduto da Jack Miller, Marc Marquez e dal poleman Jorge Martin. Il Diablo ha nella costanza il vero asso nella manica della domenica spagnola; nelle FP4 ha siglato ripetutamente giri sul piede dell’1’31” basso, senza che le gomme lo avvertissero di una chissà quale stanchezza. Per sfruttare il ritmo che ha nelle mani in gara, però, Fabio sarà obbligato a partire bene, ancor meglio di quanto fatto a Sepang. Se il francese vorrà tenere vive le sue chances di titolo allora dovrà giocarsi il tutto per tutto nei primi metri, con decisione e a mente sgombra.
Anche perché davanti a Fabio scattano due Ducati, che nel misto non sono più inferiori alla M1 e sul rettilineo – sebbene quello di Valencia sia in formato small – guadagnano due decimini, come da cerimonia. Jack Miller è stato già celebrato lo scorso giovedì da tutto il team di Borgo Panigale, per il quale domani correrà l’ultima gara prima di traslocare in KTM. Jack con la tuta rossa è già un’immagine che evoca ricordi positivi, lui vorrà consolidarli con una ciliegina, rossa appunto. Su una pista amica – tre podi per Miller nelle ultime tre apparizioni a Valencia – Jack non avrà pressioni che lo distrarranno dal tentativo di centrare il colpo grosso: successo personale e titolo mondiale automaticamente all’amico Pecco Bagnaia e a Ducati. L’altra desmosedici in prima fila è quella di Jorge Martin, divoratore del sabato che vuole levarsi di dosso questo epiteto riduttivo. La vittoria gli manca da un anno e mezzo, se l’è lasciata scivolare via due settimane fa in Malesia e ha una voglia dannata di riscatto, nei confronti di sé stesso e di Borgo Panigale, che gli ha preferito Enea Bastianini. Una fame che sinora Jorge è riuscito a trasformare in risultato nelle qualifiche, con prestazioni sul giro secco da mani nei capelli. La sensazione è che per raggiungere la concretezza anche alla domenica manchi davvero poco. Dalle parti di Valencia, oltretutto, anche il madrileno si trova bene (5 podi in carriera tra cui due vittorie in Moto2). Tra Quartararo e la gloria, poi, c’è anche Marc Marquez. Mai così determinato da Jerez 2020 in poi, mai così esplicitamente disposto a prendersi rischi. L’otto volte campione del mondo ripete ormai da giorni che domani - pur di andare in vacanza con buone sensazioni – sarà pronto a tutto, anche a cadere. La casella di partenza gli consente di puntare davvero in alto, su uno di quei tracciati sinistrorsi che non spremono eccessivamente braccio e spalla destra.
Martin, Miller e Marquez potrebbero essere i custodi del titolo mondiale di Pecco Bagnaia. Il pilota di Chivasso assicura di riuscire a dormire, ma non sta trascorrendo ore tranquille. Lo si percepisce nelle interviste, dove le parole si mischiano e la lingua si inceppa. Ad avvertirlo è anche Valentino Rossi, mentore, che dà manforte al suo allievo: “Io le notti prima di quando dovevo giocarmi i mondiali dormivo al massimo due o tre ore, magari faticavo un po' ad alzarmi la mattina. Non ci credo che riesca a dormire. Non è il solito Pecco, è normale sia nervoso. L’unica cosa è che deve affrontare la gara preparato a vedere Fabio in testa al gruppone della MotoGP, non deve farsi cogliere di sorpresa”. La chiave di volta, non a caso, la trova un nove volte campione del mondo. Per questo motivo, se Bagnaia in partenza riuscisse ad agganciarsi a Fabio e mettersi in marcatura, allora potrebbe risolvere in una sola volta tutti i dilemmi psicologici. Quei microgrammi in più di tensione che, come normale che sia, Pecco porta con sé in sella dal venerdì di libere. Un peso extra che ha leggermente offuscato la proverbiale pulizia di guida del piemontese, con il cronometro che non è rimasto indifferente. “Ma non ci serve il Pecco top, a noi un Bagnaia ottavo andrebbe benissimo”, riassume il 46. Nella domenica di Valencia, ore 14, saluteremo con un groppo in gola la Suzuki, la Clinica Mobile e Franco Uncini nel ruolo di Safety Officer. Nel frattempo, mentre saremo senza parole, la pista darà le sue risposte. Assegnerà un titolo mondiale.