È una giornata nera per Pecco Bagnaia, che nel sabato di Valencia chiude 14° dopo una delle peggiori qualifiche della sua storia, con la Desmosedici che si spegne sul rettilineo col serbatoio a secco. Eppure quando arriva in sala stampa per raccontarci la sua giornata riesce a sorridere della situazione. O meglio: riesce a guardare oltre, leggerissimo, ormai in pace rispetto ai risultati ottenuti quest’anno, rispetto alla situazione della squadra e alla distanza tra quello che vorrebbe e ciò con cui si trova fare i conti. Addirittura spiega, a proposito della moto rimasta a secco, di non avere a disposizione l’altra: “Per qualche motivo abbiamo delle difficoltà a performare con la seconda moto e ne abbiamo una sola a disposizione, la seconda non riusciamo a usarla”, dice con un tono che non è neanche sconsolato, come se fosse normale. “Sicuramente è stato un buon inizio di giornata dove comunque eravamo migliorati, avevamo fatto un piccolo passo avanti per essere più veloci”, il suo punto di vista. “Dopo, in qualifica, con la soft dietro al primo tentativo non sono riuscito a fare sicuramente molto bene, ma nel secondo tentativo riuscivo ad essere veloce. Poi è finita la benzina. È qualcosa che non doveva succedere, ma tutti possono fare errori. Io ne ho fatti tanti e capita a tutti, ecco. Se è un errore umano? Certo”.
Pecco ad ogni modo non accusa la squadra, anzi. Per quanto possibile prova a stemperare, nonostante una situazione che appare tutt’altro che serena: “Io credo che comunque siamo tutti un po’… c’è una situazione difficile, appunto, e può succedere. Comunque cerchi di fare il meglio possibile, ma non è facile e possono capitare queste cose”.
Poi racconta di essere stato convocato dalla Direzione Gara, che da un paio di GP si riserva di multare i piloti che rimangono in pista - prolungando i tempi delle bandiere gialle - negli ultimi minuti di qualifica. Non il suo caso, comunque: “Mi hanno chiamato semplicemente per chiedermi cosa fosse successo e se al posto di provocare una bandiera gialla avrei potuto evitare di parcheggiarla lì… ma è stata solo una chiacchierata. Ho visto che ero secondo, sapevo che sarebbe stato difficile che nessuno si sarebbe migliorato, però in quel momento ero secondo e volevo portare la moto al box. Perché comunque lì per lì non sapevo esattamente che avessi finito la benzina. Però ho provato a portarla il più avanti possibile perché ho una moto sola. L’altra moto non riusciamo a usarla".
A questo punto succede qualcosa: i microfoni si spengono, Bagnaia ha finito e aspetta i colleghi inglesi. Eppure per qualche motivo rimaniamo lì a parlare assieme e diventa un bel momento, sembra di stare al bar con un amico. Parliamo del mestiere del pilota, di quello del giornalista, di tutte le incomprensioni che ci sono da una parte e dall’altra, dei titoli, delle feste nel paddock. Non c’è nulla di buonista nel dire che siamo tutti umani. Certo che vedere un pilota così, specialmente se in attività e ancora di più durante una stagione come questa, è un privilegio per pochi. Il che ci lascia con addosso la sensazione che uno così in qualche modo riuscirà a venirne fuori: la determinazione è la fiducia che ha in sé stesso sono, ad oggi, le sue armi migliori.