E’ successo praticamente tutto nel primo giro: Alex Marquez trova lo spunto buono in partenza, lotta nella prima curva con Marco Bezzecchi e, poi, inizia a stampare tempi su tempi facendo capire sin da subito a Pedro Acosta – che lo seguiva – che anche oggi avrebbe dovuto rimandare a domani il proposito della prima vittoria in MotoGP. Poco da dire: storie non ce ne sono state per un Alex che ha di nuovo fatto il Marc, sfilando primo sotto la bandiera a scacchi e metaforicamente sotto lo sguardo di quel Valentino Rossi disegnato nel 2021 in un enorme murale e che guarda proprio la linea d’arrivo. “Sono felicissimo di questa vittoria – ha detto al parco chiuso - Abbiamo faticato di più del normale e in partenza c’è stato da attaccare molto. Domani dobbiamo fare un passo ulteriore per essere più forti domani".
Lo stesso passo in più che si augura – e non gli augura - Pedro Acosta. I suoi numeri raccontano comunque un’impresa, visto che lo spagnolo ha lasciato a quasi otto secondi l’altra KTM, dimostrando così d’essere lui a fare la differenza. “L’ unica opportunità per me era essere aggressivo nel primo giro – ha raccontato – E’ quello che ho fatto. Poi, però, sono andato largo in Curva Otto e da lì è stato un effetto a valanga. La mia prima vittoria? E’ come nelle partite di calcio quando cerchi di segnare un rigore: prima o poi succederà. Intanto ringrazio KTM e la mia squadra".
Tra l’altro il giovane pilota spagnolo, che di sicuro domani le proverà tutte per regalarsi la prima vittoria, ha potuto mettersi in tasca, oltre alla medaglia del secondo, anche il sorpasso su Pecco Bagnaia in classifica generale. Per l’italiano della Ducati, infatti, è stato un altro sabato terribile, cominciato con l’incredibile pasticcio andato in scena in qualifica, quando la sua Desmosedici è rimasta senza benzina durante l’ultimo tentativo di attacco al tempo in Q1. Partenza dalla quindicesima casella, quindi, e nessuna possibilità di poter lottare davvero per le posizioni che contano e quattordicesimo tempo sotto la bandiera a scacchi. Ormai per Bagnaia c’è solo da mettersi definitivamente alle spalle questo 2025 e poi capire, già dal test di martedì sempre qui a Valencia, quali possono davvero essere le premesse di futuro.
Tornando alla Sprint di questo sabato, però, c’è ancora qualcosa da raccontare. Anzi, l’unica vera lotta prolungata di giornata: quella che si è consumata tra Raul Fernandez e Fabio Di Giannantonio. Lo spagnolo ha avuto una partenza migliore, mentre Di Giannantonio, che partiva terzo, è rimasto un po’ piantato ritrovandosi costretto a inseguire. Lo ha fatto e poi, quando è arrivato sotto al pilota di Aprilia Trackhouse, ha dovuto aspettare l’occasione giusta con un piccolo errore di Fernandez. “E’ stata una bellissima gara – ha detto il romano - mi sono divertito tantissimo. La lotta con Raul è stata 'racing' puro, ma entrambi siamo stati molto puliti. Non è stato facile essere lì con lui quindi questo podio nella Sprint per me vale molto”.
Vale molto anche perché il Diggia, stando all’analisi dei passi del venerdì e del sabato, sembrava quello destinato a restare appena giù dal podio. Invece fuori dal podio c’è finito Marco Bezzecchi, alle prese con un primo giro che l’ha costretto alla solita rimonta dopo le sei posizioni perse nel giro di poche curve. Per l’italiano dell’Aprilia, comunque, una gioia è arrivata lo stesso, visto che i punti conquistati oggi regalano la certezza matematica del terzo posto nella classifica generale del mondiale. "Nella lotta con Alex ho mollato il freno e mi è rimasto agganciato l'abbassatore - ha raccontato il Bez - ma devo dire che non è stato quello il problema, credo piuttoto sia successo qualcosa con l'elettronica in accelerazione, visto che poi ho avvertito la stessa anomalia anche più avanti in gara. Il mio box sta già lavorando da matti per capire cosa è successo e ora andrò anche io perchè non è questa la nostra posizione qui".
Altri spunti di questo ultimo sabato di MotoGP? Il brutto crash “fratricida” di Joan Mir che ha travolto il suo compagno di squadra Luca Marini (solo le due Honda ufficiali non sono arrivate al traguardo), la partenza da campione del mondo di Jorge Martin, che se l’è giocata intorno alla decima posizione prima che un errorino e il suo fisico gli ricordassero che quest’anno gli è successo di tutto e che non toccava una moto da mesi, il sesto posto di Franco Morbidelli dopo una guerra di staccate col suo ex compagno di squadra Fabio Quartararo e l’entrataccia di Jack Miller su Fermin Aldeguer, penalizzata prima con la prescrizione di cedere tre posizioni e poi con un long lap penalty. E Nicolò Bulega? Un’altra prestazione solida, su una pista in cui non girava da almeno quattro anni e con una sedicesima posizione lasciandosi alle spalle Miguel Oliveira, Maverck Vinales, Aleix Espargarò, Augusto Fernandez, Somkiat Chantra e Jorge Martin.