Per capire Samuele Zuccali serve vederlo all'opera, nel suo mondo, in sella alla sua moto. Le parole non servono, non bastano, non riescono a inquadrare la passione e la dedizione, a fare da contorno a una storia. Vederlo esibirsi dal vivo come durante gli spettacoli live del Circus Trial Tour by Monster Energy di Eicma 2023, dove Samuele e gli altri motociclisti hanno incantato il pubblico con esibizioni di Trial Freestyle costringendo i visitatori della Fiera delle due ruote a fermarsi, incantanti dall'apparente facilità con cui sembrano realizzare ogni acrobazia, ha dell'incredibile. Ma in assenza della possibilità di godere di uno show dal vivo, anche un semplice video può bastare per comprendere la determinazione e la passione che muove questo mondo e i suoi protagonisti. Forse è proprio per questo che in uno spettacolo televisivo come il talent show Tú sí que vales le esibizioni di Samuele non hanno perso di intensità ma, al contrario, lo hanno accompagnato fino alla finale dell'edizione del 2021, incantando giudici in studio e pubblico da casa. Ma l'esperienza in televisione è solo una delle tante sfaccettature della carriera e della passione di Zuccali, che ci racconta nel corso di un'intervista tra passato, presente e futuro.
Samuele, vedere il tuo show a Eicma 2023 è stato incredibile: da quanto tempo ti esibisci alla fiera di Milano?
Questa è la mia dodicesima edizione, la prima è stata nel 2011. Ovviamente negli anni ho cambiato team e spettacoli, questo è il secondo anno in cui mi esibisco con la struttura Monster Energy e secondo me in questa edizione abbiamo dato il meglio, facendo ancora di più rispetto allo scorso anno. Abbiamo deciso di fare le cose in grande, con un'area condita da esibizioni diverse, tribune posizionate in modo perfetto e tutto è andato al meglio. È sempre un piacere quando le cose vanno così!
Prendendo parte a Eicma da così tanti anni l'hai vista cambiare nel corso delle edizioni? Ti sembra ci sia un ritorno dei giovani appassionati di moto?
Ora ci sono tanti, tantissimi ragazzi. Prima eravamo noi che oggi siamo trentenni i ragazzini che andavano a vedere gli scooter mentre oggi è un piacere vedere che c'è stato un ricambio generazionale e che, anche se l'attenzione si è spostata su altro, i ragazzi non mancano. Ora il target magari non è più sugli scooter ma più sui motard ma va bene lo stesso, l'importante è vedere ancora un grande attaccamento al mondo delle due ruote. Credo che ora ci sia più attenzione in base ai video che i ragazzi vedono sui social, quelli dove i ragazzini impennano o fanno cose così: su questo voglio essere molto chiaro, è importante sensibilizzare al tema della sicurezza del mondo del motociclismo e del freestyle. Noi diciamo sempre che quello che facciamo viene fatto da professionisti e in aree chiuse. Invece purtroppo spesso si vedono virali dei video fatti in totale assenza di sicurezza.
Sì da una parte i contenuti social aumentano la passione dei più giovani dall'altra quando manca un contesto e un'attenzione alla sicurezza rischiano di diventare pericolosi...
Questo è un tema molto importante per noi e di grandissima attualità in questo momento. Magari può passare il messaggio che anche quello che facciamo noi come professionisti del mondo Trial sia "dannoso" per i più giovani che ci guardano ma proprio per questo sottolineiamo il fatto che siamo professionisti, che ciò che facciamo non va assolutamente replicato a casa e soprattutto che tutto viene realizzato in aree sicure e chiuse. Purtroppo però per avere numeri sui social o per farsi notare online la stessa attenzione non c'è da parte dei non professionisti e questo non fa che creare inutili pericoli.
Tu sicuramente hai una voce molto rilevante in questo ambiente, anche grazie alla notorietà arrivata dalla partecipazione al talent show Tú sí que vales. Com'è stata l'esperienza televisiva?
È stato sicuramente un buonissimo trampolino di lancio in termini di visibilità. Non credo di essere mai stato così agitato perché l'ambiente televisivo cambia tutte le dinamiche a cui sei abituato ma sicuramente mi ha aiutato molto e il risultato è stato ottimo perché sono arrivato fino alle finali dell'edizione del 2021. Abbiamo dovuto adattare una serie di esibizioni che solitamente facevo all'esterno con una variante adatta allo studio televisivo e quindi replicabile all'interno: il lavoro è stato tanto ma è stato tutto ripagato perché ho un bellissimo ricordo di quel periodo.
Facciamo un passo indietro: da dove nasce la tua passione?
È colpa di papà, come quasi nel 99% dei casi. Appassionato di motori e appassionato di tutto quello che si muoveva grazie alla benzina a un motore termico. D un giorno all'altro, quando avevo sei anni, mi ha comprato la prima moto e da lì ha detto a mia mamma: "Ora chi lo tira giù?". Da lì è iniziato tutto, poi ho fatto 14 anni di gare di trial, dal regionale all'italiano fino a qualche tappa dell'europeo. Poi un giorno, sempre in modo molto naturale, mi sono un po' stufato delle gare e ho capito che mi dava più passione fare gli spettacoli. Ho provato a fare qualche shoe in giro per l'Italia e da lì mi sono proprio innamorato del calore del pubblico, di tutto quello che trasmette l'appassionato dall'altra parte delle transenne, e ho iniziato una nuova avventura.
Quanto è importante la questione "paura" in quello che fai?
Per me sta proprio alla base di quello che facciamo. In questo lavoro devi essere molto rispettoso di ciò che stai facendo e dei tuoi limiti ma non parlo solo del mio ambito specifico ma anche per esempio di ciò che fanno gli stuntman o gli atleti di motocross o qualsiasi altro campo parallelo al mio nel settore degli sport estremi. Bisogna sempre avere un po' di paura, o meglio forse di timore, in quello che si fa. La tensione serve per capire dove porre i propri limiti prima di fare uno spettacolo e quindi riuscire a capire dove e come non esagerare. Il bello è che quando sali in modo e inizi a saltare è come se questo timore si spegnesse, passa tutto e pensi solo a ciò che devi fare.
Ti sei mai fatto male?
Qualche qualche ossicino, qualche legamento, qualche crociato, qualcosina sì.
E come si torna al massimo dopo essersi fatti male?
Nell'ultima caduta un po' brutta che ho fatto mi sono lesionato i crociati del ginocchio sinistro facendo un trick sulla nostra struttura e devo dire che quell'episodio ad esempio mi ha un po' scottato. Ora tutte le volte che lo rifaccio un po' ci penso, ma il segreto è non farsi condizionare: ci penso, mi preoccupa un po', ma non ho smesso di farlo perché mi sono fatto male. Altrimenti se ti fai fermare da quello non puoi più ripartire.
Ora ti esibisci con uno dei caschi più desiderati e riconoscibili del mondo delle due ruote: quello di Monster Energy. Che effetto fa averlo in testa dopo averlo visto indossato da alcuni tra i migliori motociclisti al mondo?
È sicuramente un casco dal valore importantissimo. Per me far parte di una famiglia pregiata come quella di Monster è un grande onore e avere un brand così importante che mi supporta e mi segue anche a livello di eventi e di stampa è un valore aggiunto non indifferente. E poi quando ci penso, quando mi rendo conto, mi viene da dire: grande, ce l'ho fatta! Non solo perché ovviamente Monster per me, e per qualsiasi atleta della squadra, è un biglietto da visita non indifferente ma anche perché siamo parte di qualcosa di grande, di un gruppo di pazzi veri che si divertono e amano quello che fanno.