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Una verità e un sospetto sul “telaio Kalex” di Honda che arriva ad Austin senza Marc Marquez

  • di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

12 aprile 2023

Una verità e un sospetto sul “telaio Kalex” di Honda che arriva ad Austin senza Marc Marquez
Stefan Bradl ha passato due giorni a Jerez per provare, tra le altre cose, il nuovo telaio “Kalex” sulla RC 213 di Marc Marquez e Joan Mir. Il risultato sembrerebbe ottimo, ma i meriti sono da dividere e un primo responso lo avremo soltanto a Jerez

di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

Marc Marquez non sarà ad Austin, il che più che un problema per la classifica (in un mondiale così lungo avrà tutte le occasioni per recuperare) è un passo indietro nello sviluppo della moto. Questo perché Honda ha fatto l’impossibile per portare già negli Stati Uniti il nuovo, chiacchierassimo “telaio Kalex”, che dopo mesi di lavorazione è stato provato a fondo da Stefan Bradl durante i due giorni di test a Jerez de la Frontera. Sul nuovo telaio Kalex ci sono almeno un paio di cose da dire: la prima è che non è davvero un telaio Kalex, mentre la seconda è che sembra esattamente quello che serviva alla moto.

Partiamo dal primo punto, una sorta di equivoco perfettamente chiarito da Livio Suppo in un’intervista con noi di MOW la settimana scorsa: Kalex non può costruire un telaio per HRC. Honda ha un’esperienza trentennale nei telai in alluminio per la massima categoria e Kalex non ha mai sviluppato una MotoGP. Questo significa che in Honda non stanno cercando qualcuno che, di colpo, risolva i problemi cronici della RC 213V, semmai hanno individuato nell’azienda tedesca un fornitore europeo con il quale collaborare per ridurre al minimo i tempi di reazione, il che è esattamente quanto chiesto da Marc Marquez da metà dello scorso anno: portare in Giappone la reattività europea, la stessa che ha permesso a Ducati prima ed Aprilia poi di posizionarsi nella parte alta della classifica costruttori.

Il secondo punto invece è più tecnico. Nei due giorni di test sul circuito spagnolo il collaudatore Stefan Bradl ha lavorato soprattutto sulla moto che i transponder indicano come “HRC-2”, facendo registrare un tempo inferiore di quasi un secondo rispetto alla “HRC-1” con cui ha effettuato soltanto una dozzina di passaggi. Il che lascerebbe intendere che il nuovo materiale è stato studiato, migliorato e promosso, pronto per un riscontro in circuito al COTA di Austin.

Secondo fonti interne ad HRC, il nuovo telaio sarebbe il punto d’incontro tra la guida estrema di Marc Marquez - che vuole una moto rigidissima per portare la frenata fin dentro la curva - e l’approccio dei due ex Suzuki, abituati invece ad una GSX-RR da rallentare prima per guadagnare in velocità di percorrenza. Ammesso e non concesso che questa soluzione piaccia ai piloti, un weekend di gara - specialmente con il nuovo format - è tutt’altro che comodo per portare avanti la messa a punto, figuriamoci se va fatto in un circuito come quello di Austin (non solo atipico, ma anche pieno di buche) e senza Marc Marquez. Un responso semmai lo avremo quando, tra due settimane, le moto scenderanno in pista a Jerez per il GP: incrociare i dati con quelli del test e farlo con Marc Marquez sulla moto sarà senza dubbio più semplice. Nel frattempo però, la Honda continuerà a soffrire.

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