Max Verstappen sta lì, con i piedi ben piazzati sul gradino più alto del podio del Gran Premio di Barcellona, e sorride di un risultato che porta sempre di più il suo nome. Una vittoria costruita dopo la seconda posizione in qualifica del sabato, messa in fila nonostante le lamentele di un weekend che ancora una volta non sembra soddisfarlo completamente. Non è più la Red Bull di un tempo, dominante e senza avversari, e l'olandese d'oro della squadra di Chris Horner non lo nasconde. "Voglio la macchina migliore - aveva detto all'inizio dell'anno rispondendo alle voci che lo volevano in partenza dopo il caos che aveva investito il team al via della stagione - e la Red Bull è la macchina migliore". Lo sarà ancora a lungo? Viene da chiedersi dopo aver visto gli ultimi weekend di gara. O, addirittura, lo è ancora? Quella che guida oggi Max è a tutti gli effetti la macchina più prestazionale in pista o è il ruolo di Max oggi a contare di più?
Senza dubbio il confronto con gli ultimi risultati di Sergio Perez è inglorioso per il messicano, che non riesce a salire sul podio da cinque gare con l'ultimo terzo posto ottenuto in Cina e con un'ottava posizione a Barcellona che ancora una volta mette in luce l'enorme differenza di prestazioni con Verstappen. I risultati di Perez, spesso altalenanti, non hanno mai rappresentato un problema con lo scorso anno, quando lo stesso Max aveva affermato di poter "vincere il titolo costruttori da solo", considerando il vantaggio sulle squadre avversarie e l'assoluta mancanza di competizione di tutta la stagione. Questa volta però l'assenza di Perez ai piani alti della classifica inizia a pesare sui punti del campionato e sulla stessa situazione del campione del mondo, quasi sempre "unica punta" Red Bull a combattere contro piloti di numero sempre maggiore.
È un "uno contro tutti" quello di Max Verstappen in questo momento. I tutti sono gli altri, dalla fortissima McLaren alla ritrovata Mercedes fino a una Ferrari in calo a Barcellona ma già vincitrice di due gare dall'inizio dell'anno a oggi. Sono tre i team che inseguono Red Bull con quattro pole man diversi in quattro weekend, un caso che non capitava da 12 anni. Il campionato si sta aprendo anche se Verstappen resta il grande favorito e il merito è davvero, adesso più che mai, suo. Perché la squadra non sbaglia, tra strategie perfette e pit stop senza mai errori, ma là dove gli inseguitori peccano di immaturità, è Verstappen a non farsi mai perdere d'animo e costruire giro dopo giro Gran Premi da dominatore. A Barcellona il sorpasso in partenza su Norris non è riuscito, con un Russell velocissimo al via in grado di prendere la leadership della gara, ma l'olandese dal primo giro in poi ha comunque fatto tutto nel modo giusto, conquistando una vittoria che pesa più che altrove: "Avevamo bisogno di questo", ha detto Max, chiarendo quanto confermare gli equilibri a questo punto della stagione sia più importante che mai.
Norris e la sua McLaren sono ancora acerbi nella lotta per le vittorie, scontrandosi con una squadra abituata a vincere e un pilota già tre volte campione del mondo perfettamente in grado di reggere la pressione degli altri. Mercedes, con Russell e Hamilton ottimi in questo fine settimana, sono al centro di una strana danza del team: equilibri che si spostano tra piloti che partono e grandi domande su presente, passato e futuro della squadra. I primi due podi della stagione sono arrivati nelle ultime due gare e la voglia di fare bene, per dimostrare di essere pronti a vincere, è tanta: “Ora abbiamo capito”, assicura James Allison. Quanto tempo ci metteranno per tornare a lottare per il gradino più alto del podio non è chiaro ma Toto Wolff non ha più voglia di aspettare e il sorriso soddisfatto mostrato sotto al podio di Barcellona ne è la prova più chiara. Nella guerra a Red Bull si inserisce anche una Ferrari sottotono in Spagna come in Canada che, tra dubbi sugli aggiornamenti e voglia di rivalsa, non è da dare per persa: sono già due le gare vinte in questa stagione e Vasseur, minimizzando i problemi visti in pista e sottolineati dagli stessi piloti, assicura che “in Austria e a Silverstone vedremo un’altra cosa”. Così tra team che mostrano due passi avanti e squadre che fanno un passo indietro, Red Bull respira aria pulita davanti a tutti con un Verstappen che - adesso più che mai - non si può permettere di perdere. L’assalto di Toto Wolff per portare il rampollo di Horner in Mercedes continua e continuerà fino alla fine dell’anno, mentre l’olandese vedendo gli altri avvicinarsi pericolosamente non può che farsi domande sul suo futuro. Vince, lui contro tutti. Dimostrando di essere più di una macchina più forte di quella dei suoi avversari. Vince, e continuerà a farlo nel corso di questa stagione. Ma lo farà con Red Bull o altrove? La grande domanda sussurrata in tutto il paddock continua a non avere una risposta.