Valentino Rossi ha cominciato la sua seconda vita dopo il ritiro. Una vita che continua a essere quella di un pilota. Niente ruoli da collaudatore o da testimonial, il Dottore si sente ancora uno sportivo, benché la MotoGP sia alle spalle. Anzi, come ha precisato, “resto un pilota per sempre”. Lo ha ribadito nell’intervista concessa a Repubblica, firmata da Massimo Calandri, dove ha svelato alcuni dettagli privati e non di una esistenza che a 40 anni sembra ancora tutta da scrivere. “La cosa più importante sarà diventare babbo, tra un mesetto. Sono curioso di vedere cosa accadrà: raccontano sia una emozione che ti cambia per sempre. La mia seconda vita” ha premesso, mentre accarezzava “l’Ovetto Kinder”, come la fidanzata Francesca Sofia Novello chiama il pancione. È nell’ottavo mese di gravidanza e tra un mese renderà padre per la prima volta la leggenda del motociclismo. Il nome è ancora top secret, ma i due futuri genitori assicurano che è già stato scelto. Intanto, Valentino è in viaggio per gli Emirati Arabi Uniti dove venerdì e sabato, con Luca Marini e Uccio Salucci, correrà sul circuito di Yas Marina di Abu Dhabi con una Ferrari 488 Gran Turismo. Non è più un momento di relax per poi tornare in moto. È il nuovo corso di uno che proprio non riesce fare a meno della velocità. E con altrettanta velocità, come ha sempre dimostrato, sta imparando a muoversi al meglio nella nuova realtà. Anche perché a giugno è atteso sulla pista Bugatti per la 24 Ore francese.
Intanto ha rifiutato più di una offerta prestigiosa. Quella del ceo di Ducati, Claudio Domenicali, di diventare collaudatore della Rossa di Borgo Panigale: "Se devo essere sincero, fare i test non mi è mai piaciuto: è noioso” ha risposto con la sua tipica schiettezza. Così come ha detto “no” al rallista Nasser Al-Attiyah che lo ha invitato alla Dakar. "No grazie, non ora: preferisco l'asfalto". Più che un “no”, invece, è un “ni” quello rivolto a Carmelo Ezpeleta, che lo vorrebbe presente nel paddock per seguire la sua squadra, la Vr46, ma anche per non privarsi dell’immagine di uno che la MotoGP l’ha resa un fenomeno globale: “Penso di venire a vedere qualche gara, don Carmelo: non credo ci sarò sempre”. Ma nella vita di Valentino Rosso, oggi dopo il ritiro dalle moto, ci sono soltanto due pensieri: fare il papà e il pilota di auto. “Voglio divertirmi in pista, che significa essere competitivo”. Senza dimenticare la cosa più banale del mondo, che però nelle ultime 26 stagioni non ha potuto apprezzare come tutti i comuni mortali: “Quest'estate mi piacerebbe anche godermi finalmente le vacanze: rilassarmi un po', senza la pressione di un prossimo gran premio”.
Ma Rossi non è solo un uomo o uno sportivo. È anche un brand, un’azienda vivente che, con o senza di lui, prosegue l’attività su più fronti. Lunedì è stato ufficializzato il title sponsor italiano della sua Vr46: Mooney, servizi di pagamento e di mobilità, che oltre alle squadre del motomondiale affiancherà anche l'Academy di Tavullia e la carriera automobilistica di Rossi. Nel frattempo, non ha ancora scelto su quale macchina correrà in futuro. Sull’Audi R8 Lms GT3 a Valencia ha condotto 105 giri che hanno fatto ben sperare i tedeschi. “Però al volante mi trovo molto bene anche con la Ferrari Gran Turismo” ha aggiunto, per non illudere nessuno. Il tempo, è proprio qui la differenza. Oggi Rossi ha tutto il tempo che vuole ed è giusto se lo goda come meglio crede. E siamo certi gran parte di questo sarà dedicato alla bambina che, stavolta sì in modo sconvolgente, cambierà la sua vita non appena uscirà da quell’“Ovetto Kinder”.