La MotoGP torna in pista, ma la sensazione è che le notizie arriveranno per lo più a moto ferme. Se è vero che in Austria potrebbe essere comunicata la separazione tra il 9 volte iridato ed il Team Petronas infatti, è altrettanto vero che nessuno dei due ha intenzione di mollare. Anche perché più avanti, forse a Misano, Rossi potrebbe annunciare il suo addio alle corse, così come un altro anno nel paddock con il suo team.
Comunque vada, finire il 2021 con risultati diversi è una priorità per il Dottore. Lo ha ribadito anche Alessio Salucci, per tutti Uccio, solo pochi giorni fa: “Vale è determinatissimo, si sta allenando come un pazzo e appena siamo tornati è salito subito in moto con le Mini GP”.Le intenzioni, quindi, non mancano. “Perché se dovessimo chiudere la carriera quest’anno non la vorremmo chiudere così. Secondo me i nostri valori sono un po’ diversi da quelli di adesso, sia lui che Yamaha devono migliorare, abbiamo bisogno di un po’ più di supporto”.
Supporto che, a quanto pare, Yamaha sta cercando di fornire. A cominciare dal nuovo acceleratore elettronico, sperimentato da Rossi ai test di Barcellona e poi validato al Sachsenring, ed ora con un carburante ad alte prestazioni. Il buon esempio l’ha dato KTM, che nonostante un inizio di stagione sotto le aspettative ha cambiato le carte in tavola, introducendo un telaio dalle specifiche riviste e una nuova benzina: grazie alla partnership con ETS Racing Fuels, gli austriaci di Mattighofen sono riusciti a sviluppare circa 8 cavalli in più sulla moto, cifra che che nella MotoGP di oggi può cambiare i risultati. Una soluzione che, vista anche la scarsa competitività della M1 in termini di velocità pura, potrebbe fare la differenza per i piloti Yamaha in circuiti come il Red Bull Ring ed Aragon, dove si correrà in seguito alle due tappe sul tracciato austriaco.
Ad occuparsi del nuovo carburante non può che esserci Petronas, title sponsor del team di Razlan Razali con una grande esperienza derivata (anche) dall’impegno in Formula 1. Se la miscela sarà pronta per l’Austria - e se dovesse effettivamente elevare le prestazioni - lo scopriremo tra pochissimo.