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Valentino Rossi e i rivali: Max Biaggi,
Casey Stoner e Jorge Lorenzo riconoscono
la grandezza, Marc Marquez la ignora

2 agosto 2021

Valentino Rossi e i rivali: Max Biaggi, Casey Stoner e Jorge Lorenzo riconoscono la grandezza, Marc Marquez la ignora
“Nel bene e nel male è stato tutto molto intenso”. Lo ha detto Max Biaggi, parlando di Valentino Rossi, riconoscendo al tavulliese l’onore del rivale. Stessa cosa l’ha fatta Jorge Lorenzo, “è straordinario quello che ha fatto ed è straordinario quello che fa”, mentre Marc Marquez è stato netto: “I miei avversari sono stati Jorge Lorenzo e Dani Pedrosa”

Ci si odia, in pista ci si prenderebbe a sportellate un metro sì e l’altro pure, ma poi, giù dalle moto, il primo avversario è sempre anche il collega più rispettato. Perché, volendo o non volendo, chi ti da più filo da torcere è anche chi ti insegna di più, alzando il livello della competizione e aiutandoti (pur non volendo) a crescere e migliorare. Funziona così nella vita e funziona così, ancora di più, pure nel motorsport e quindi nelle corse in moto. Non è un caso se le storiche rivalità si sono trasformate spesso in grandi amicizie, come ad esempio quella tra Fogarty e Chili che erano arrivati pure alle mani quando correvano, o, se non in amicizie, in continue attestazioni di stima. Se intervisti Lucchinelli, ad esempio, finisce sempre per parlarti di Uncini: non si piacevano, probabilmente non sono neanche mai diventati veri amici, ma sono stati un riferimento continuo e costante l’uno per l’altro. Di esempi se ne potrebbero fare a decine, tutti uguali pur cambiando i nomi dei protagonisti e non solo nelle due ruote. Indimenticabile, in quel maledetto primo maggio del 1994, quel “Alain mi manchi” tributato da Ayrton Senna a Alain Prost, nonostante “l’odio sportivo” che li aveva divisi fin lì.

E’ un fenomeno noto, rimasto comune negli anni nel motorsport e che diventa evidente quando i campioni che se le sono date di santa ragione tra i cordoli iniziano ad appendere il casco al chiodo. O a pensare di farlo. Ecco perché in tanti, in questi giorni che potrebbero precedere l’annuncio dell’addio alle corse di Valentino Rossi, in tanti sono andati a cercare i suoi rivali più agguerriti per sapere cosa avessero da dire. E non sono mancate le sorprese. “Valentino ed io non siamo mai diventati amici – ha detto Max Biaggi in una recente intervista a Motosprint – tutto tra noi è come prima. Eravamo duellanti, antagonisti della stessa nazionalità. Lontano dalle piste, negli anni, quando rivedo quei momenti provo nostalgia. E ho letto che succede la stessa cosa a Rossi quando parla dei nostri duelli. È stato tutto così intenso, nel bene e nel male, che te lo ricordi per tutta la vita”. Rimpiange le battaglie con Vale e rimpiange pure un motociclismo in cui i piloti erano i protagonisti veri: “Adesso le moto sono così evolute, c’è così tanta elettronica, che il fattore umano conta di meno”.

Rivali ancora, quindi, come li ha voluti la storia e come, in qualche modo, li vogliono ancora oggi gli appassionati. Un dualismo, Rossi e Biaggi, ben diverso, invece da quello del tavulliese con Jorge Lorenzo. Tra i due è sempre corsa grande stima per le cose fatte in pista e nessuno dei due ha mai nascosto che, in fondo in fondo, si volevano anche bene. “Nel 2012 avrei potuto chiudere le porte della Yamaha a Valentino e forse lo avrei indotto al ritiro – ha detto Lorenzo – Non lo ho fatto perché è un grandissimo pilota. E’ grandioso quello che ha fatto ed è incredibile quello che fa oggi a 42 anni e l’entusiasmo che riesce a metterci. Credo che deciderà di smettere, ma se dovesse prolungare la sua carriera, con la Ducati del suo team, sarebbe una bella sorpresa”. Un concetto che, seppur con parole diverse e con un senso della rivalità ancora spiccato, ha espresso anche Casey Stoner in una recente intervista. L’australiano ha definito “triste” vedere Rossi così indietro: “Quando correvo contro Valentino lui era un vincente, un killer, faceva di tutto per vincere le gare. Ora, invece, una top 5 o un podio sono come una vittoria per lui, e questo per me è triste. Se sente di avere ancora velocità e di avere ancora qualcosa da dare a questo sport, però, farebbe bene ad andare avanti”.

Una sorta di onore delle armi, che non è quello che si concede agli sconfitti, ma a chi ha combattuto al punto di diventare l’avversario di riferimento. Un ruolo che per un pilota in particolare, però, non è mai stato occupato da Valentino Rossi. Marc Marquez, infatti, lo ha detto chiaramente, ignorando il  tavulliese quando gli è stato chiesto di indicare gli avversari che gli hanno dato maggior filo da torcere e che, di conseguenza, gli hanno insegnato di più: ““Sono stati Dani Pedrosa e Jorge Lorenzo . Quando sono arrivato in MotoGP nel 2013 e nel 2014 erano i due che andavano più veloci ed erano rivali duri dove c'erano gare in cui dicevi: 'Come fanno?' Poi anche in 125 ho imparato molto da Nico Terol e in Moto 2 ho fatto grandi duelli con Pol Espargarò , ma i due che mi hanno segnato di più sono stati Pedrosa e Lorenzo”.

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