Il principe ha semplicemente espresso un desiderio, non ci saranno imposizioni e la sostanziosa somma offerta come sponsorizzazione nel nome di Aramco (perché Aramco sarà, al di là di dubbi e maliziose dicerie) non renderà Valentino Rossi schiavo di un futuro già scritto. Il nove volte campione del mondo, come ha più volte ribadito, prenderà la sua decisione se appendere o meno il casco al chiodo in questi giorni, durante le vacanze trascorse sulla costa croata a bordo del suo nuovissimo TitillaIII con la fidanzata Francesca e gli amici di sempre. Una vacanza che, almeno spulciando i social, dovrebbe essere finita proprio oggi, con la lussuosa imbarcazione del Dottore che sta facendo nuovamente rotta verso Pesaro. E poi Tavullia, dove per il 46 ricomincerà la vita di tutti i giorni, probabilmente per l’ultima volta. Sì, perché anche se non c’è ancora niente di ufficiale, le possibilità che Valentino Rossi decida di correre ancora per una stagione sono nulle, almeno a giudicare da quei pochi indizi che ha lasciato trapelare nei mesi scorsi. Tanto che all’idea che nel 2022 quel 46 giallo non sarà più tra i cordoli del motomondiale hanno, anzi abbiamo, cominciato ad abituarci un po’ tutti. E’ così che andrà, salvo colpi di scena. Anzi, salvo epiloghi di cuore.
Nello sport, nella vita di un atleta, spazio per i colpi di scena non ce ne è. Ma ce ne è, spesso e sempre di più, per le scelte fatte con il cuore. Ed è guardando una delle foto scattate sul calare del sole pubblicate proprio durante le vacanze in barca dalla Novello, che ho ripensato ad una frase ascoltata tempo fa: il tramonto più bello è sempre sull’ultima spiaggia. Non c’è dubbio che per Valentino Rossi, pilota, sia giunto il tramonto e non c’è dubbio nemmeno che sarà un tramonto doloroso. Per lui che si troverà a non fare più l’unica cosa che ha sempre fatto e che ha caratterizzato la sua vita e per noi che con lui siamo cresciuti, amandolo visceralmente o anche dandogli addosso perché tifosi di altri piloti o altri colori. Che Valentino Rossi sia stato la costante delle nostre emozioni - e che la sua uscita di scena possa rappresentare, in qualche modo, un’impattante consapevolezza anche per tutti quei quarantenni che si sentono ancora gli stessi ragazzini di quando Vale festeggiava sul podio vestito da Robin Hood - è un dato di fatto. E l’abbiamo pure già scritto.
Ma davvero è arrivata l’ultima spiaggia? Non è arrivata per lui, non è arrivata per noi e, probabilmente, è proprio lì che lo spettacolo più bello, o più coinvolgente dal punto di vista delle emozioni, sta aspettando di andare in scena. Ed è per questo che Valentino Rossi dovrebbe pensarci davvero a provarci ancora, al di là dei risultati che non arrivano e che continueranno a non arrivare, al di là della mentalità di sportivo che lo porta, inevitabilmente, a cercare la competizione. Ha scritto la storia delle corse e lo ha fatto da vincente, sia quando vinceva tutto e tanto, sia quando le vittorie sono venute meno. Adesso, forse, c’è un altro pezzo di storia da scrivere: una storia da non vincente. Qualcuno, tempo fa, disse che la storia la scrive sempre chi vince, ma che la versione più emozionante è sempre quella della storia scritta da chi perde. Certo, è difficile pensare di chiedere ad un pilota di scendere in pista senza l’idea di poterci provare, ma per Valentino Rossi, nel caso specifico, “vittoria” potrebbe significare ben altro che passare per primo, o con i primi, il traguardo.
C’è una possibilità, in un team che porta il suo nome, con una moto con cui ha lasciato qualcosa in sospeso e un fratello come compagno di squadra. E, in più, c’è pure un principe che ha espresso un desiderio, che nelle favole è una figura che ci sta bene un bel po’. Dovrebbe provarci, Vale! Provaci, Vale! Perché c’è anche uno sport che, come ogni settore, ha sofferto due anni terribili condizionati da questo maledetto Covid e che ha impedito a tanti di esserci per l’ultima volta. C’è un calendario, quello del 2022, da vivere fine settimana dopo fine settimana, gran premio dopo gran premio, senza pensare a vincere, senza l’affanno del doversela giocare, ma anche solo per alzare un braccio verso le tribune piene in ogni singolo circuito in cui farà tappa il mondiale, magari verso tifosi e appassionati che, finalmente senza mascherine e tutti vicini, potranno non nascondere, e anzi condividere, l’emozione di un “grazie Vale per questo ultimo giro di giostra”. Nessuno si starebbe neanche a chiedere “come è arrivato Valentino?”. Primo o ultimo, non importerebbe veramente a nessuno, perché un cerchio che si chiude con lo stesso lieto fine di una favola non tiene conto dei numeri. “Valentino Rossi è stato un pilota motociclistico e bla bla bla che ha chiuso la carriera dopo una stagione avara di soddisfazioni ed in cui ha raccolto pochissimi punti nel 2021, in sella ad una Yamaha M1 del Team Petronas dopo che la squadra ufficiale di Yamaha aveva deciso di non puntare più su di lui” – reciterebbe così una qualsiasi voce di una qualche enciclopedia online. Oppure potrebbe recitare: “Valentino Rossi è stato un pilota motociclistico e bla bla bla che ha chiuso la carriera dopo una stagione avara di soddisfazioni ed in cui ha raccolto pochissimi punti nel 2022, ma in sella ad una Ducati Desmosedici del team che portava il suo nome e con il fratello Luca Marini come compagno di squadra, nell’annata in cui il Covid19, dopo una morsa di due anni, aveva lasciato il campo ad un calendario regolare e a tribune piene nei circuiti del mondiale”. Suona diverso, cazzo! Suona di favola ed ha tutto un altro sapore! Pensaci Vale, il tramonto più bello è sempre sull’ultima spiaggia. E provaci, Vale!