Non hai paura che Valentino Rossi possa favorire Luca Marini, essendo suo fratello? I colleghi di SpeedWeek gliel’hanno chiesto a bruciapelo, proprio così, ma Marco Bezzecchi è praticamente cascato dalle nuvole. Come se il dubbio non fosse neanche legittimo: “Non lo fa – ha detto - Deve comportarsi così, altrimenti finirebbe nei guai con tutti gli altri! Luca è veloce e merita di essere qui. Ma Valentino assicura anche che non ci siano differenze. Ci conosciamo da molto tempo in questa squadra e questo è solo un vantaggio. Sappiamo come lavoriamo, cosa ci piace e cosa non ci piace della moto. Vale ha fatto un ottimo lavoro dandoci alcune regole all'inizio per mantenere il buon feeling tra tutti”.
Nessun favoritismo, dunque, e legami di sangue che restano fuori dal box, con Valentino Rossi che sembra riservare lo stesso trattamento a tutti i suoi piloti, non solo quelli della sua squadra, ma a tutti quelli dell’Academy che sono cresciuti con lui. Con l’amicizia, quindi, che viene prima di tutto e che è diventata fondamento anche di un modo di essere avversari. “Ci alleniamo insieme – ha aggiunto Marco Bezzecchi - Questo crea un rapporto che aumenta la competitività del gruppo ma che non intacca il nostro legame. E’ chiaro che quando qualcosa va storto, soffri di più. Ad esempio, se un pilota che non conosco esegue una manovra stupida, mi arrabbio per un momento, ma finisce lì. Quando uno dei miei amici fa qualcosa che non mi piace soffro di più. Per fortuna ne parliamo sempre dopo, parlo tanto con Franco Morbidelli o Pecco Bagnaia in particolare. Siamo tutti caratteri diversi. Dobbiamo cercare di tirare tutti fuori il meglio per mantenere il nostro buon rapporto. Ovviamente vuoi batterti a vicenda, ma allo stesso tempo nessuno vuole litigare e facciamo tutto l'uno per l'altro, perché siamo come fratelli”.
E’ quello che Valentino Rossi ha voluto e è, probabilmente, la più grande vittoria del 46, perché è qualcosa che garantisce futuro al motociclismo italiano anche dopo la sua decisione di chiudere con le corse per sopraggiunti limiti di età. Una creatura, l’Academy, che Marco Bezzecchi ha conosciuto quando era già arrivato al mondiale e a cui deve tutto: “Mio padre è un meccanico, mia madre lavora in un ufficio, quindi siamo una famiglia normale. All'inizio, Mahindra mi ha aiutato molto. Prima dell'Academy, le persone di Mahindra erano quelle che mi sostenevano di più. Non ho dovuto pagare nulla ai Campionati Mondiali Junior e al mio primo anno nel Mondiale. Quando si sono ritirati dalla Coppa del Mondo, ho avuto la fortuna di essere già in Academy. Senza Vale, le cose sarebbero potute andare diversamente”. Un incontro, quello con Uccio e gli altri, avvenuto al Mugello, mentre Marco Bezzecchi scorrazzava a bordo circuito con un Piaggio Ciao: “Carlo mi disse che ne aveva uno uguale e che avrei dovuto portarlo al Ranch”.
Da lì i primi contatti, fino all’invito a far parte dell’Academy, e, quindi, al primo vero incontro con Valentino Rossi: “È stato fantastico perché sapeva già molto di me – ha raccontato ancora il Bez - Non me l'aspettavo, ma sapeva chi ero. Conosceva il mio nome e quello che avevo fatto, anche se io fino a allora gli avevo chiesto solo un autografo. Nel paddock della MotoGP era impossibile incontrarlo o parlare con lui. Sono rimasto davvero sorpreso perché sapeva che tipo di pilota ero e conosceva il mio stile di guida. Il primo incontro è stato fantastico, indimenticabile. E adesso è ancora meglio: da quando è andato in pensione l'anno scorso mi sono reso conto di quanto sia incredibile il suo approccio con noi. E’ sempre con noi, anche quando non è fisicamente presente. Ci scrive o ci chiama sempre per sapere come stanno andando le cose. Abbiamo un ottimo rapporto, mi ha dato molti consigli negli ultimi otto anni. A volte mi spiega come devo affrontare una curva in modo diverso o mi suggerisce come comportarmi meglio nel box. E poi posso sempre chiedergli consigli sui film, perché conosce tutti i film del mondo!”