La Moto2 è, da sempre, la miglior occasione per un pilota vincente di approdare in MotoGP. Lo era anche (e soprattutto) ai tempi della 250, quando vincere con la quarto di litro significava avere ottime basi per andare forte con la 500. Poi, con il passaggio al monomarca Honda, le cose sono cambiate: da un lato avere tutte le moto simili significava più occasioni per far emergere il talento del pilota, dall’altro lo stile di guida era diventato troppo diverso rispetto alla MotoGP. Così poteva capitare che un pilota estremamente veloce in Moto2 si rivelasse troppo lento per la massima serie. Un problema in più per i Team Manager, ma anche per i piloti stessi, per i quali salire su di una MotoGP -fatte le dovute eccezioni- era praticamente un salto nel buio. Il motore Triumph impiegato dal 2019 invece, a detta di squadre e piloti ha invertito la tendenza: La guida, anche grazie all’erogazione del tre cilindri inglese, è diventata più simile a quella dei prototipi della classe regina, cosa che permette ai nuovi arrivati in MotoGP di andare forte da subito.
La conferma è arrivata da Valentino Rossi, in un’intervista riportata sul portale britannico Crash.net: “Tutti i piloti giovani che negli ultimi anni sono arrivati in MotoGP dalla Moto2 sono molto competitivi”. Ha dichiarato il Dottore, che ha seguito da vicino esordi e vittorie di molti ragazzi dell’Academy nella classe di mezzo: “Sembra che la Moto2 sia tornata ad essere una buona scuola ed in MotoGP arrivano tanti talenti di questa nuova generazione, come abbiamo visto con Mir. In Moto2 la lista di quelli che possono lottare per il titolo è molto lunga, e spesso quando arrivano da noi sono veloci da subito”.
Questo fa ben sperare il 9 volte iridato sulle possibilità di Luca Marini ed Enea Bastianini, che dopo essersi contesi il titolo Moto2 nel 2020 saranno compagni di squadra nel Team Esponsorama Racing: “Loro hanno fatto cose incredibili in Moto2, lottando per il titolo fino all’ultima gara - ha ricordato Rossi - e in MotoGP avranno la Ducati, che è un’ottima moto, ed un buon team. Quindi penso che Marini e Bastianini potranno essere già competitivi nel 2021”.
Ad aiutare l'esordio dei due piloti italiani ci sarà il profondo lavoro di revisione con cui Ducati, nel 2019, ha riorganizzato l’ex Team Avintia in occasione dell’ingaggio di Johann Zarco. Tuttavia Marini e Bastianini non avranno accesso alle moto aggiornate al 2021 -come sarà invece per i piloti Pramac Ducati- ritrovandosi nella stessa situazione di Franco Morbidelli, che nonostante il secondo posto in campionato nel 2020 sarà l'unico pilota Yamaha con la moto dell'anno precedente.