Valentino Rossi è pronto alla sua ventiseiesima stagione nel motomondiale. Con un team satellite, che non accadeva dai tempi della 500, e con il fratello Luca Marini sulla stessa griglia di partenza. Il tutto a quasi 42 anni, dopo un 2020 difficile sia in pista che fuori. Giorgio Terruzzi l’ha intervistato per il Corriere della Sera, spaziando dalla politica alla rivalità con Marc Marquez. Ecco i passaggi più interessanti.
“Non mi faccio mancare niente, nemmeno il Covid - ha esordito Valentino - Contagiato nel momento peggiore, due gare perse, molto tempo per tornare negativo. Una volta smaltita la malattia sono stato quasi contento di aver superato l’ostacolo, mi sono un po’ rilassato, ma questo virus porta la solitudine. Nessuno ti viene a trovare, sembri un appestato. Per chi deve lavorare per forza sotto pandemia la vita è uno schifo. E ho capito che nessuno capisce bene cosa stia accadendo”. Poi, come aveva fatto a suo tempo Jorge Lorenzo, si dice favorevole al vaccino: “Sono pronto, mi pare l’unica speranza per tornare a una vita normale”. Anche perché, spiega Valentino, correre senza il pubblico non è lo stesso: “Lo scorso anno, in gara con attorno tribune vuote mi domandavo: che senso ha? Cosa ci faccio qui? Spero vada un po’ meglio, niente più corse replicate sulla stessa pista, insomma mi aspetto almeno un Mondiale più vero”.
Rossi spiega anche che a cambiare, rispetto a quando era più giovane, sono soprattutto le priorità: “A vent’anni pensi a correre e poi a correre. Fine. Cosa accade tra una gara e l’altra non lo ricordi neanche. Adesso è diverso, anche se tra allenamenti, alimentazione da curare, gare e test, le giornate sono identiche a quelle del passato. Però, i pensieri sono anche altri. Riesco persino e seguire un po’ la politica. Continuo a non capire una mazza, ma seguo”.
E sulla situazione politica, tema su cui Rossi non si è mai esposto in passato, dichiara che: “Non sono mai stato troppo critico con Conte, con il governo. Mi pare sia difficile gestire questo caos, tutti i Paesi del mondo sono andati in crisi, ed è facile disapprovare chi cerca di risolvere. Draghi sarà il nuovo presidente del Consiglio? Vedremo. Spero in un piano serio per i vaccini e in un sostegno per i lavoratori in difficoltà che sono e saranno tanti. Vorrei una vera strategia per riprendere una normalità, per apprezzare più di prima l’Italia. In questo senso siamo più fortunati di altri: viviamo in un luogo bellissimo”.
In tema MotoGP invece, la prima - inevitabile - domanda è sul decimo titolo: “Corro perché penso di riuscire a vincerlo. Ma non è un’ossessione. Sarei contento di fare bene, fare podi, essere protagonista, in lotta”. La seconda, altrettanto importante, è sul fatto che Rossi non sale sul gradino più alto del podio dal 2017, quando vinse il GP d’Olanda ad Assen: “Vincere è una faccenda tosta, perché il livello dei piloti è altissimo. Ho avuto almeno tre opportunità in questi anni, è mancato sempre un pelo, qualche caduta di troppo e spesso abbiamo sofferto tecnicamente”.
Poi Valentino dichiara che, rispetto a quando aveva vent’anni, il suo approccio alle corse è rimasto lo stesso: “Non cambia granché. Spingo al massimo evitando di fare sciocchezze. È Sempre stato così, cercavo di preservarmi anche a 20 anni. Non sono mai stato un pilota spericolato. È che vorrei confrontarmi sul tema “correre a 40 anni” ma è impossibile: nessuno è rimasto in sella così tanto”.
Parlando di Marc Marquez, Rossi pensa che l’errore dello spagnolo sia stato soprattutto dovuto alla fretta di tornare in pista: “Credo che abbia sbagliato a voler tornare a correre troppo presto dopo l’operazione e non ho capito come abbiano permesso che accadesse. Allora: il dottor Costa è stato pioniere, un luminare. Ha rivoluzionato cure e modi di recupero, riducendo i tempi dell’immobilità, ha indicato una via preziosissima. Poi, dopo quel rientro lampo di Lorenzo ad Assen nel 2013, per evitare rischi in eccesso, la Dorna ha fissato dei paletti. Con Marquez sono saltati tutti, di colpo, chissà come mai”.
A questo punto Terruzzi chiede se l’assenza di Marquez non sia un’ottima notizia per lui: “Ahahah… qui serve una risposta diplomatica - risponde Rossi - mi dispiace moltissimo che non possa correre. Se guarirà, cosa che al momento non sa nessuno, nemmeno lui, tornerà forte come prima. Ma non è stato Marquez l’avversario più forte che ho incontrato”.
Tornando al 2015, Valentino ammette che ancora adesso fatica a dimenticare l’accaduto: “Impossibile perdonarlo. Quello che mi ha fatto non è perdonabile. Quando ripenso a quei giorni ho le stesse sensazioni di allora. E sono passati sei anni. Mi pare difficile che possano cambiare”.
Mentre Rossi passa al Team Petronas, nella squadra ufficiale Yamaha correranno Fabio Quartararo e Maverick Vinales, entrambi tanto veloci quando (forse) fragili sul lato psicologico: “Hanno scelto i piloti del 2021 prima che iniziasse il 2020 ed è un errore secondo me. - il commento di Rossi - È un vizio da MotoGp. Bisognerebbe aspettare almeno qualche gara. Comunque Quartararo è ancora una promessa e Viñales, pur con alti e bassi, va molto forte. Faranno bene, ne sono certo”.
Non manca una battuta su Francesca Sofia Novello, ormai storica fidanzata del 9 volte iridato: “Ci siano trovati, abbiamo caratteri simili, è una donna votata al buonumore, è positiva, si impegna da matti per risolvere un problema. Mi pare proprio una buona spalla. A nessuno dei due piace litigare. Quando vai a dormire e il mattino successivo tutto procede bene, vuol dire che la qualità del rapporto c’è, funziona”.
Infine, Rossi parla di Luca Marini e dei ragazzi dell’Academy: “Io e Luca siamo diversi. Per esempio è veramente una persona seria. Lui, dico. Lo guardo e certe volte sembra l’unico quarantenne della famiglia. È un figo, ha un enorme talento, ha sempre creduto nei propri mezzi. Mi aspetto che faccia molto bene anche se gli servirà tempo per imparare a guidare la Ducati. Possibili eredi? Ne vedo più di uno tra i ragazzi dell’Academy. A cominciare da Morbidelli che arriva da una stagione stratosferica. È molto forte anche Bagnaia, secondo me farà un grade anno con Ducati. E poi mio fratello Luca: ogni volta che giriamo al ranch fa sempre la differenza. Vengono su bene anche Bezzecchi, Vietti e Manzi”.