Valentino Rossi e Ducati. Dicono in tanti che il binomio perfetto, quello tutto italiano, possa riproporsi a più di dieci anni di distanza dall’ultima volta. Immaginare nuovamente il 46 giallo sulla Desmosedici rossa - o più probabilmente grigia come le attuali moto del Team Mooney del Dottore – non è più una fantasia. D’altra parte lo stesso Matteo Flamigni, ex telemetrista di Valentino e ora capotecnico di Marco Bezzecchi, aveva ammesso in un’intervista risalente all’anno scorso che il pesarese difficilmente avrebbe resistito alla tentazione di risalire su una MotoGP dopo il ritiro. Che quella moto sia una Ducati, ad oggi, appare piuttosto scontato. Meno lampante, rispetto a quanto si potrebbe pensare, è l’intenzione del nove volte campione del mondo di ritornare subito tra i cordoli di un circuito con una MotoGP.
Valentino in questo momento è molto concentrato nella sua nuova avventura a quattro ruote, dopo una prima stagione conclusa in crescendo sulla Audi R8 del Team WRT nel GT World Challenge Europe. Nel 2023 il Dottore gareggerà sempre nello stesso campionato con la squadra di Vincent Vosse, ma guiderà una BMW M4, già testata al Montmelò e a Magny Cours. “La BMW sembra un po' più facile da guidare rispetto all’Audi” – ha raccontato recentemente Valentino, che poi in un’intervista alla Gazzetta dello Sport ha ammesso di essere tutt’altro che impaziente riguardo ad un eventuale test con la Desmosedici. Un ritorno, quello di Rossi in Ducati, che prima o poi potrebbe avverarsi. Più poi che prima: “Per guidare una MotoGP ci vuole un obiettivo serio. Provarla così tanto per forse non ne vale la pena, rischia di essere anche pericoloso. Beh non ho tutta questa voglia al momento, sinceramente. Mi manca la MotoGP, ma allo stesso tempo ho anche bisogno di una pausa netta da quella che è stata la mia vita per più di 30 anni”. Il 46 poi è tornato sulla sua avventura in Ducati, ai tempi in cui il progetto MotoGP di Borgo Panigale non era ancora guidato da Gigi Dall’Igna, l’ingegnere che poi ha riportato la Casa bolognese sul tetto del mondo: “L’avventura in Ducati purtroppo non andò bene, non era il momento giusto per entrambi e mi dispiace molto non essere riusciti a fare buoni risultati. Anche perché solamente due anni dopo che me ne andai in Ducati cambiarono molte cose e la moto tornò competitiva per conquistare podi e vittorie”.