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Verstappen difende Masi:
"È stato tradito. Sbagliato cacciarlo"

  • di Chiara Rainis Chiara Rainis

25 febbraio 2022

Verstappen difende Masi: "È stato tradito. Sbagliato cacciarlo"
Ai test del Montmelo della F1 tiene ancora banco la vicenda Abu Dhabi. Verstappen, come ovvio, si schiera dalla parte del direttore di gara che lo scorso dicembre gli consentì di laurearsi campione del mondo

di Chiara Rainis Chiara Rainis

Dal paddock del Circuit de Catalunya, dove si stanno svolgendo i primi test invernali della F1, Max Verstappen si dice convinto di una cosa: il trattamento riservato a Michael Masi è sbagliato. Rimosso dalla direzione gara per gli errori compiuti nelle battute conclusive del GP di Abu Dhabi dello scorso dicembre, quando con le sue azioni, ha di fatto consegnato il titolo mondiale all’olandese, l’australiano nel 2022 occuperà un ruolo ancora ignoto all’interno dalla FIA.

Uno spostamento vissuto dal 24enne come un'ingiustizia. “È stato decisamente scorretto il modo di agire nei suoi confronti”, il pensiero del #33 espresso dal Montmelo. “L'hanno pugnalato alle spalle. Personalmente gli ho mandato un messaggio dopo che è stata diffusa la notizia. Mi dispiace molto e gli auguro il meglio per il futuro".

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Per il figlio d’arte, il successore di Charlie Whiting non avrebbe fatto altro che rispettare e applicare il regolamento redatto dalla Federazione e per questo sarebbe stato allontanato. Una contraddizione in termini che non trova giustificazione.

“È stato licenziato dalle stesse persone che hanno permesso l'applicazione delle regole contestate, ma lui resta una persona corretta e capace”, il disappunto nei confronti dei vertici e del neo presidente Mohammed Ben Sulayem.

Facendo un parallelo calcistico il figlio di Jos ha avvicinato la figura del manager di Sydney con quella di un arbitro preso a male parole dalla gente per il cartellino esposto o per il fallo fischiato.

“È esattamente quello che è successo a Masi. Andava protetto e non doveva prendere decisioni con persone che gli gridavano nelle orecchie", è la sua conclusione. Un'uscita che sembra, però, dimenticare come tra gli urlanti ci fosse pure il direttore sportivo della sua Red Bull, desideroso di vedere il GP ripartire dopo la Safety Car così da portare a compimento il sorpasso su Hamilton e beffarlo per la corsa e la vittoria finale.

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