L'addio è sempre più vicino, e Vettel è pronto "sarò sempre un tifoso Ferrari, come lo sono sempre stato, e non porto rancore".
Il tedesco ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera dove ha di nuovo ripercorso gli anni in rosso, le battute finali del suo contratto, il rapporto con il rampollo Charles Leclerc e quello con altri nomi fondamentali per la scuderia di Maranello.
Nessun rancore anche con Mattia Binotto, di cui capisce la scelta di non proseguire con il contratto per il 2021: "Non mi sono sentito tradito. Con lui ho un rapporto buono. Sono abbastanza anziano per capire e accettare le decisioni. Ho avuto un lungo periodo per riflettere sul dopo. Non porto rancore, non sono il tipo".
Vettel ha poi parlato del suo rapporto con l'ex team principal della rossa, Maurizio Arrivabene: "Da fuori non è stato compreso, ha avuto un ruolo molto importante nel rilancio. Io ho imparato molto da lui. Mi sono trovato subito bene, nonostante alcune difficoltà. Fra noi c’era fiducia, ha affrontato periodi complicati. È molto dura essere team principal quando sei vicino all’obiettivo e poi non lo raggiungi".
Il quattro volte campione del mondo ha poi parlato di Sergio Marchionne e di una telefonata che ricorderà per sempre: “Mi chiamò e mi disse ‘Perché non costruiamo qualcosa insieme, le va di aiutarci a riportare la Ferrari a vincere?’. Gli dissi di sì. Era un uomo molto potente, a volte impetuoso, aveva tanta influenza anche sulla Formula 1. Non era un tipo facile, con lui era difficile discutere. Ma tutti lo rispettavano. La sua scomparsa è stata uno choc per noi”.