Dopo un 2020 difficile, con il campionato della sua W Series cancellato a causa del Covid, questa stagione è iniziata più velocemente del previsto ma non è riuscita a trovare impreparata Vicky Piria, unico orgoglio italiano tra le 19 pilote impegnate nella competizione giunta alla sua seconda edizione dopo il debutto nel 2019.
L'abbiamo chiamata per farci raccontare le emozioni del ritorno in pista, la bellezza di correre - quest'anno per la prima volta - seguendo il campionato della Formula 1, ma anche per farci dare la "versione da pilota" di quanto successo nelle ultime settimane nella turbolenta stagione della classe regina.
L'incidente alla Copse tra Hamilton e Verstappen, i festeggiamenti del britannico dopo la vittoria, il futuro dei giovanissimi del paddock e i segreti di questa nuova generazione di talenti che sì, ha effettivamente una marcia in più.
Vicky, anche tu sei reduce dal fine settimana di Silverstone! Come sono andate le prime tappe della stagione 2021?
È dura, è molto dura. Il livello rispetto al 2019 è più alto, siamo tutte veloci e competitive ed è il tipico campionato in cui potresti in un attimo essere quinta come fuori dalla zona punti. Per esempio nella mia prima qualifica ho fatto 13esima, quindi un risultato abbastanza deludente, ma da me alla prima c’erano solo 7 decimi, pochissimo. Io sono stata abbastanza sfortunata in questo inizio di stagione ma spero che da Budapest cambi un po’ la musica e ci siano delle belle gare ad aspettarmi.
Da quest'anno seguite il campionato di Formula 1, che effetto fa?
La magia di correre con la Formula 1 me la aspettavo ma sinceramente non mi aspettavo che loro ci dessero così tante attenzioni. Ci spingono tanto, anche a livello di contenuti sui social e di popolarità, e questo fa molto bene alla popolarità della W Series. Però con il fatto che tengono i paddock separati per colpa del Covid non si possono nemmeno fare cose che in altre stagioni avremmo organizzato, ad esempio interviste doppie con un pilota F1 e un pilota W Series. Speriamo che si possa fare di più prossimamente ma capisco l'agitazione dei team per la situazione, a Silverstone ad esempio McLaren ha avuto un sacco di positivi quindi non c'è da scherzare con la sicurezza.
Com’è stato riavere il pubblico a Silverstone?
Una cosa fuori di testa. Io avevo già corso lì in GP3 nel 2012 con la F1, ma quest'anno c’era il doppio della gente. Sentivo il boato del pubblico dal nostro paddock quando succedeva qualcosa: se un pilota il venerdì faceva un gran giro in qualifica tu sentivi proprio il wow della folla da lontano. E poi quando c’è il pubblico vedi il bello della Formula 1, della tifoseria: magari c'è un padre tutto vestito Ferrari per mano al figlio con il cappellino di Max Verstappen.
C'è spazio di crescita per la W Series nei prossimi anni?
Secondo me sì. E a dare valore al nostro campionato c'è il fatto che quest'anno siamo davvero tutte vicine e competitive. Se ci fossero state, che ne so, le prime tre che staccano tutte le altre di 2 secondi a giro allora diventa un po’ poco credibile come categoria. In quel caso, quando ci sono competizioni così, capisci che non c'è storia. Invece quando vedi competizione in pista, bagarre, battaglie, lotte per la pole… allora sì che sai di essere in un campionato vero.
L'unica cosa un po' penalizzante è che abbiamo davvero poco tempo per girare durante il weekend, situazione dovuta al fatto che seguiamo il campionato di Formula 1. Abbiamo una prova libera, poi entriamo subito qualifica e magari avendo più tempo potresti sistemare ciò che non va, recuperare quei due decimi che sai di poter trovare solo girando di più.
In diretta da Silverstone che cosa hai pensato dell'incidente Hamilton-Verstappen?
Partiamo dal presupposto che la Copse è una curva folle. Una delle più veloci del mondiale, di quelle più "a pelo" e quando sorpassi lì sai benissimo che cosa può succedere. Detto questo io credo che se Hamilton avesse tenuto il punto di corda sarebbe stata colpa di Verstappen, invece il fatto che Lewis non è riuscito ad arrivare al punto di corda l’ha resa più colpa sua che di Max. Verstappen aveva il diritto di stare lì, lo spazio gliel’ha lasciato, e Hamilton al punto di corda non ci è arrivato. Poi ovviamente stiamo sempre parlando di incidenti di gara tra piloti, cose che possono succedere.
Si è discusso tantissimo dei festeggiamenti di Hamilton dopo la gara. Tu, da pilota, avresti esultato per la vittoria?
Io forse da pilota avrei festeggiato ma nel momento in cui Hamilton si pone come il moralista del paddock è normale che questa cosa da tutti venga letta e recepita come un po' fuori luogo. Se fosse stato a parti invertite sono sicura che sarebbe stato diverso, perché se sei sempre quello che fa la cosa giusta e che predica bene allora poi la gente viene a romperti le palle quando fai qualcosa del genere. Poi c'è da dire che Verstappen stava bene, lo sapevano tutti, e comunque anche Lewis è umano: ha vinto davanti al suo pubblico, dopo alcune gare negative per la squadra, è normale che si carichi e che voglia festeggiare. Il vero problema dei piloti è che sono delle prime donne, punto.
Verstappen in Ungheria, alla prossima gara, come te lo aspetti?
Sarà una furia. Ti faccio un esempio personale: nel corso della prima gara in Austra della W Series io sono entrata super carica, ero partita 13esima, poi sfilata 15esima al via, nella gara sono risalita bene fino a decima e poi mi sono centrata con una e la gara è finita lì. Allora a quel punto in gara due ho deciso di essere più conservativa, pensando di guardare ai punti e starmene fuori dai casini, ma quando parti così la verità è che poi non vai avanti.
Quindi Verstappen non si può permettere di non arrivare carico, altrimenti Hamilton se lo mangia. In gioco c’è il mondiale e quando balla il titolo la parola conservativo per un pilota non esiste.
A Silverstone si sono viste anche le prime qualifiche sprint della storia della F1. Per te sono un sì o un no?
Avrei bisogno di vederne un’altra per capirle meglio ma al momento ci vedo un solo grande problema: il concetto di assegnare la pole position con una gara. Il vero goal del pilota è il giro secco, è quello su cui si allena e nel quale si vede la performance. Perché poi in gara può succedere di tutto ma lì - il sabato - siete solo tu e il tuo tempo. Secondo me potevano tenere l'assegnazione della pole con la qualifica normale e poi fare una sprint race in cui team e piloti avevano l'occasione di prendersi qualche punto, ma senza andare a condizionare la partenza della domenica, così avremmo visto anche qualcosa di più grintoso in pista.
2022, Russell in Mercedes al posto di Bottas. Positivo per la squadra o c'è il rischio di guerre interne?
Non vedo l'ora! George si merita il posto in Mercedes ma fino a un anno fa la Mercedes vinceva talmente facile da potersi permettere un pilota come Bottas al fianco di Hamilton. Per anni lo ha aiutato a vincere i mondiali senza dare troppi problemi quindi si era creata la situazione perfetta. Ora però non è più così e Hamilton non ha neanche più il diritto di poter mettere un veto sulla scelta del suo compagno, perché comunque la Mercedes sta faticando e uno come Russell quest'anno farebbe comodo. E poi io vorrei che questo sport fosse sempre più meritocratico e George Russell si merita di stare in un top team.
Lando Norris invece quest'anno sta stupendo tutti...
E' fortissimo, sta facendo veramente la differenza. Quando vedi quello che fa durante i weekend di gara non capisci se è Lando che è un fenomeno o è Ricciardo che sta un po' dormendo. Secondo me oltre al talento è riuscito anche a trovare la sintonia perfetta con il team, con la sua monoposto e a perfezionare il ritmo. Si trova nel posto giusto al momento giusto.
Ma cosa sta succedendo a Ricciardo?
Forse deve ancora adattarsi alla macchina, o forse è una questione generazionale. I piloti della nuova generazione (Norris, Russell, Verstappen Leclerc…) sono tutti piloti cresciuti con macchine più pesanti, e le F1 di oggi sono più pesanti quindi sono agevolati, e poi soprattutto arrivano da un mondo già fatto di simulatori, già avanti dal punto di vista tecnologico.
Mentre Ricciardo no
Esatto. Ci sono altri piloti, anche solo di 4 o 5 anni più grandi, che invece negli anni hanno dovuto cambiare, adattarsi e poi riadattarsi ai cambiamenti. Magari a Ricciardo adesso è richiesto l’ennesimo riadattamento della sua carriera che, a 32 anni, fatica a tirare fuori. Norris, che ha 10 anni in meno, è più fresco, impara più velocemente e non ha bisogno di cambiare perché già viene da quel mondo lì.
Quindi oggi c'è anche un generale livello più alto di preparazione?
Quando io correvo in GP3 c’erano i primi della categoria che erano fortissimi, e sapevi che sarebbero andati avanti con la carriera, ma poi c’erano anche quelli che si divertivano e provavano ma nella vita facevano anche altro. Adesso non è più così. Ora a 13 o 14 anni già fanno programmi da Formula 1. Hanno allenamenti da professionisti e si stanno preparando per la carriera futura dei loro prossimi anni. Dove vado io al simulatore ci sono dei ragazzini, che attualmente corrono sui kart, che vengono al simulatore per allenarsi sulle piste in cui correranno in futuro con le monoposto. Cosa che quando avevo io quell’età non succedeva. Quindi sì, i piloti di questa generazione - e anche di quelle che verranno - hanno una marcia in più.