Siamo abituati a vederlo sempre davanti a tutti, apparentemente emotivo nei suoi team radio, ma implacabile nel momento decisivo. Ma a Sochi Lewis Hamilton si è sciolto come neve al sole, commettendo non uno, bensì due errori da principiante prima che il GP di Russia cominciasse. Due prove di partenza fuori dalle zone consentite, come se Hamilton avesse la testa leggera di chi si sta facendo prendere dall’ansia. E in effetti la posta in gioco per Lewis era altissima oggi, visto che in ballo c’era il record monolitico di Michael Schumacher, il più vincente di tutti i tempi.
E colui che è destinato a succedere a Schumacher sul trono della Formula 1 oggi ha mostrato il suo lato umano. Per tutto il weekend, Lewis ha fatto finta di niente, facendo spallucce quando gli veniva menzionato l’indicibile traguardo che si trova davanti, molto vicino, ma allo stesso tempo incredibilmente lontano. Ma evidentemente ad Hamilton sono tremati i polsi. Non si spiega altrimenti la doppia papera da rookie da parte di un pilota che, dopo aver perso per una leggerezza un mondiale quando rookie lo era davvero, difficilmente sbaglia.
Ed è stato inutile l’abbozzo di rimonta, perché oggi Valtteri Bottas è stato convincente come un premio Oscar nel recitare la parte solitamente ricoperta dal compagno di squadra. Gara gestita alla perfezione, e arrivederci alla prossima. E così a Lewis sono rimaste solo le briciole, visto che non solo ha incassato il successo del suo placido gregario, ma si è ritrovato pure alle spalle di Max Verstappen. Un disastro, per chi è abituato a fregare la concorrenza senza nemmeno impegnarsi troppo. Per chi è pronto ad assaporare un traguardo che solo pochi anni fa sembrava fantascienza.
La festa è ovviamente solo rimandata, perché ad Hamilton bastano due vittorie per soppiantare il Kaiser. Ma vedere toppare Hamilton in un modo così palese è cosa rarissima. Si pensava che per Lewis il traguardo più importante, già ampiamente superato, fosse il raggiungimento delle pole position del suo grande idolo Ayrton Senna. E non è detto che sia così, ma la sensazione di dimostrare una volta per tutte, almeno statisticamente, di essere il migliore di tutti deve essere vertiginosa pure per Hamilton.
Non sappiamo se al momento debito Hamilton si scioglierà in un pianto incontrollabile come fece lo stesso Schumi una volta battuto il record di Senna. Lewis, pur parlando e mostrando molto di sé, non è esattamente un libro aperto. Cura maniacalmente l’immagine che veicola, e non ci stupiremmo di vederlo più composto rispetto al Kaiser quando demolirà il primato di quest’ultimo. Ma lo sbaglio di oggi ha già dimostrato che Hamilton è capace di essere umano, fin troppo umano, di fronte alla porta di ingresso principale della leggenda.