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Dopo il GP di Catalunya, al
di là di vittoria e classifica,
tutte le strade portano a Joan Mir

  • di Redazione MOW Redazione MOW

27 settembre 2020

Dopo il GP di Catalunya, al di là di vittoria e classifica, tutte le strade portano a Joan Mir
Non è passato per primo sotto il traguardo del Montemelò e non è primo nemmeno nella classifica mondiale, eppure tutti dicono che a questo punto della stagione il favorito per la vittoria è lo spagnolo terribile della Suzuki. Lui, dalla sua, predica prudenza, ma non nasconde di crederci. E tanto…

di Redazione MOW Redazione MOW

Quelli che masticano motorsport la buttavano là  da qualche settimana, Livio Suppo, invece, l’aveva proprio detto senza girarci intorno e, dopo oggi, è opinione comune: il più accreditato per la vittoria del mondiale 2020 di MotoGP è Joan Mir. Lo spagnolo terribile della Suzuki non ha tagliato il traguardo per primo al Gran Premio di Catalunya e non è nemmeno il primo nella classifica iridata, ma nonostante oggi sia la giornata di Fabio Quartararo, tutti parlano di Joan Mir. Segno che quanto fatto vedere in pista dal36 ha convinto proprio tutti, con la classifica mondiale che, ora, lo vede a sole otto lunghezze dal francese di Petronas, ma senza aver mai messo nel sacco un primo posto.

Costanza, quindi, e capacità di rimontare sempre e di riuscire a guidare sopra ai problemi: sono i motivi per cui anche i bookmaker, che prima sostenevano tutt’altro, oggi vedono in Joan Mir il principale candidato alla conquista del titolo. Lui, dalla sua, predica prudenza e anche oggi ai microfoni di Sky ha alternato sprazzi d’esuberanza a piedi ben piantati per terra: “Non riesco a partire davanti, a trovare quel grip che serve per fare il giro della vita in qualifica, ma la moto la domenica è sempre perfetta, consentendomi grandi rimonte. Ma anche facendomi scoppiare letteralmente la testa, perché lottare là dietro, soprattutto nei primi giri, è tanto tanto rischioso. L’errore, il contatto, le sportellate che possono vanificare la gara sono sempre in agguato e invece questo mondiale ci sta dimostrando che è importante fare sempre punti. Per quanto riguarda la vittoria sento che ormai è matura per me e per Suzuki, ma forse ci manca ancora qualcosina”.

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Quel qualcosina sono i 25 punti, che significherebbero un ulteriore balzo in avanti in classifica e, soprattutto, una iniezione di fiducia che restituirebbe un Joan Mir consacrato tra i migliori, dopo un avvio di stagione in cui la Suzuki era considerata da tutti la quarta forza del mondiale dietro ad Honda, Yamaha e Ducati. Certo, in questa stagione sta succedendo di tutto e probabilmente senza Marc Marquez in pista anche i valori non sono reali, ma i numeri parlano chiaro. Fabio Quartararo, capace di grandi imprese come quella di oggi, non è considerato capace di costanza e soprattutto non è considerato abbastanza maturo sul piano del carattere per gestire la pressione di un mondiale. Ecco perché in molti davano ancora per favorito Andrea Dovizioso, ma lo zero messo nel sacco oggi dal ducatista (incolpevolmente travolto da Joahnn Zarco) pesa molto sulla sua classifica, soprattutto alla luce dell’incapacità (almeno apparente) di far volare ancora la Ducati. Motivazioni analoghe a quelle addotte dai più nei confronti di Fabio Quartararo sono portate per giustificare la sfiducia dell’ambiente verso Maverick Vinales e nella partita, paradossalmente, restano solo Joan Mir, appunto, e Franco Morbidelli, che però non può contare su una moto ufficiale e su tutti gli aggiornamenti della Yamaha 2020.

Joan Mir Misano 2020

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