image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • Calcio
    • NFL
    • combattimento
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Journal
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Sport

Wesley Graves, il lato
oscuro del talento

  • di Diletta Colombo Diletta Colombo

15 gennaio 2021

Wesley Graves, il lato oscuro del talento
Scelto dal vivaio della McLaren nel 1998 insieme a Lewis Hamilton, Wesley Graves si perse per strada. Aveva talento, ma la sua fiamma si esaurì troppo presto. Sprofondò in un devastante buco nero di desolazione, con le tragiche sirene del successo mancato pronte a tormentarlo quando vedeva in televisione Lewis, arrivato là dove sarebbe potuto, dovuto essere lui

di Diletta Colombo Diletta Colombo

Nel 1998, un kart vestito dell’argentea livrea della McLaren era un sogno proibito per moltissimi. Ma non per il ragazzino orgoglioso pronto a figurare in una foto di classe atipica, presagio di successi futuri. Con indosso la stessa tuta dei piloti titolari e degli altri giovani del vivaio, si sentiva un supereroe, maledettamente vicino al sogno della vita, eppure incommensurabilmente lontano. Non poteva saperlo, Wesley Graves, che, a differenza del collega che gli stava accanto, Lewis Hamilton, per lui l’affiliazione con la McLaren sarebbe stata l’inizio della fine. 

Quando aveva cinque anni, Wesley passava il suo tempo imitando il sound delle macchine. Come se fosse un richiamo atavico. Venuto da chissà dove, perché in famiglia nessuno era interessato al mondo delle corse. Non riusciva a pensare ad altro, Wesley. Era un mantra che scandiva le sue giornate, un’ossessione che non riusciva a staccarsi di dosso. E da cui non si sarebbe affrancato nemmeno quando i suoi sogni si sarebbero vanificati. Quei suoni sarebbero rimasti nella sua mente, come tragiche sirene che lo attiravano verso un passato da cui non si poteva liberare in alcun modo. 

Metterlo sui kart fu l’unico modo per sublimare quella passione venuta dal nulla. A sei anni sfrecciava già a cento all’ora. A nove vinse un campionato regionale. Amava partire dal fondo e librarsi verso il gradino più alto podio, Wesley, mangiandosi la concorrenza e assaporando ogni sorpasso. Esercitava una superiorità tale da spingere i genitori dei suoi avversari ad accusare i Graves di barare con il kart. Merito di quella spinta atavica, bruciante. Di quel talento che travolse anche i suoi genitori. Soprattutto Steve, suo padre. Disposto a tutto, pur di vedere Wesley vincere. 

20210114 192222853 1979

Il motorsport divenne una droga per entrambi, adrenalina iniettata direttamente nel cuore. Non potevano fare a meno. E poi, nel 1998, arrivò la grande occasione della vita, la chiamata della McLaren. Ma quella che sembrava la chance per andare lontano si trasformò in una trappola. Qualcosa in Wesley si ruppe. Non riuscì ad adattarsi al suo nuovo kart, e cominciò ad annaspare, mentre Lewis, di un anno più grande, trovava il suo habitat naturale in una nuova classe, la Junior Yamaha. A fine 1998, la McLaren decise di lasciare Wesley a casa. Fu l’ultimo giorno della sua carriera. 

Mancavano i soldi. I Graves avevano speso tutto, e non c’erano sponsor disposti a dare fiducia a Wesley. Per lui fu come sprofondare in un buco nero. La sua vita subì una deflagrazione devastante. Cominciò a cacciarsi nei guai a scuola, tormentando i compagni per placare il suo, di tormento interiore. L’impossibilità di portare a compimento quella che percepiva come la sua vocazione lo distrusse. Sentiva di essere nato per fare il pilota, e non si immaginava di poter indossare altri panni. Tanto da non accettare nessun’altra occupazione. Un talento come lui, dopotutto non poteva certo abbassarsi a trovare un’alternativa. 

E poi, nel 2007, arrivò il colpo al cuore più grande, vedere Hamilton in Formula 1. Ci sarebbe dovuto essere lui al suo posto, se lo sentiva nel profondo. Non poteva nemmeno guardarli, i Gran Premi, da quando Lewis era diventato titolare in McLaren. La fama, i riconoscimenti, gli stipendi da capogiro se li meritava lui, non l’impostore che aveva prevalso. Solo perché - Wesley ne era convinto - alla McLaren un pilota nero faceva gola. Schiacciato dalla sua stessa rabbia, non riusciva ad accettare di aver fallito. 

20210114 192302541 6538

E Wesley rimase così una nota a piè di pagina nella storia della McLaren, un nome riportato sulla didascalia di una vecchia foto impolverata. Insieme a Mika Hakkinen e David Coulthard, oltre ai giovani del vivaio impegnati nelle categorie minori, c’erano anche loro due. I pulcini del gruppo, poco più che bambini, impacciati davanti alla macchina fotografica. Lewis e Wesley, con i suoi occhiali giganteschi. Chi sarà quel ragazzino accanto a Lewis, si chiede inevitabilmente chi oggi, quasi 23 anni dopo, guarda quell’immagine.

Chissà che fine ha fatto Wesley. L’unica intervista rilasciata alla stampa, al Guardian, risale al 2007. Di lui si sono poi perse le tracce. Qualcuno su Reddit sostiene che abbia ripreso a correre sui kart, che abbia due figli. Viene da chiedersi cosa pensi della carriera di Hamilton, ora che Lewis ha vinto molto di più di quanto tutti, lui stesso compreso, avrebbero potuto immaginarsi qualche anno fa. Chissà se nella sua mente riecheggiano ancora le stordenti melodie delle auto che tanto amava. Continuerà a essere un supplizio per lui, o avrà trovato pace, cullandosi nei ritmi che incendiavano la sua passione quando era bambino?

More

Lewis Hamilton: "Prego per gli Stati Uniti". Ma quando a manifestare erano gli afroamericani...

di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

Attualità

Lewis Hamilton: "Prego per gli Stati Uniti". Ma quando a manifestare erano gli afroamericani...

Da campione a campione: Hamilton ricorda Schumacher nel giorno del suo compleanno

di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

Formula 1

Da campione a campione: Hamilton ricorda Schumacher nel giorno del suo compleanno

Binotto snobba Hamilton: "Non siamo pentiti, Leclerc può batterlo"

di Giulia Toninelli Giulia Toninelli

Formula 1

Binotto snobba Hamilton: "Non siamo pentiti, Leclerc può batterlo"

Tag

  • Formula 1
  • Formula1
  • Hamilton
  • Lewis Hamilton

Top Stories

  • IL DOPING DIVIDE IL TENNIS: Il caso Ouhdadi (squalificato per tre anni causa Clostebol), le polemiche per la differenza con Sinner e l’attacco di Kyrgios

    di Giulia Sorrentino

    IL DOPING DIVIDE IL TENNIS: Il caso Ouhdadi (squalificato per tre anni causa Clostebol), le polemiche per la differenza con Sinner e l’attacco di Kyrgios
  • Il venerdì di Le Mans ci ha detto che Marc Marquez userà il telaio nuovo per ammazzare un campionato che Ducati non domina più

    di Tommaso Maresca

    Il venerdì di Le Mans ci ha detto che Marc Marquez userà il telaio nuovo per ammazzare un campionato che Ducati non domina più
  • SINNER VA A ROMA, KYRGIOS NON PERDONA. Nick torna all’attacco contro Jannik e scazza con chi lo difende Jannik. Ci risiamo?

    di Giulia Sorrentino

    SINNER VA A ROMA, KYRGIOS NON PERDONA. Nick torna all’attacco contro Jannik e scazza con chi lo difende Jannik. Ci risiamo?
  • La Formula 1 a Miami fa già casino: i Tifosi contro la Ferrari, le livree speciali… e la rumorosa assenza di Max Verstappen

    di Alice Cecchi

    La Formula 1 a Miami fa già casino: i Tifosi contro la Ferrari, le livree speciali… e la rumorosa assenza di Max Verstappen
  • La misura di Marc Marquez? L’ammissione di Johann Zarco suona di avvertimento per Pecco Bagnaia: “è un pilota molto estremo”

    di Emanuele Pieroni

    La misura di Marc Marquez? L’ammissione di Johann Zarco suona di avvertimento per Pecco Bagnaia: “è un pilota molto estremo”
  • Nadal si lancia in previsioni tra Sinner e Alcaraz e avvisa Jannik per Roma: “Sarà difficile perché dopo un periodo lontano dalle competizioni…”. E sul doping, Musetti, Berrettini e Cobolli…

    di Giulia Sorrentino

    Nadal si lancia in previsioni tra Sinner e Alcaraz e avvisa Jannik per Roma: “Sarà difficile perché dopo un periodo lontano dalle competizioni…”. E sul doping, Musetti, Berrettini e Cobolli…

di Diletta Colombo Diletta Colombo

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

Alex Rins: "Ci ho messo un po' a capire che Davide Brivio non stava scherzando"

di Emanuele Pieroni

Alex Rins: "Ci ho messo un po' a capire che Davide Brivio non stava scherzando"
Next Next

Alex Rins: "Ci ho messo un po' a capire che Davide Brivio non...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy