I lanci di SpaceX sono diventati una sorta di evento mediatico negli Stati Uniti. Questo perché uniscono tre cose che agli americani sono sempre piaciute: tecnologia, suspence e (spesso) esplosioni. Non è andata diversamente con l’atterraggio di SN10, l’ultimo razzo studiato da Elon Musk per portare l’essere umano su Marte. Il problema, come ha spiegato in più occasioni il fondatore di Tesla citando L’Odio di Kassovitz, “non è la caduta, ma l’atterraggio”.
Stavolta però sembrava praticamente fatta, tanto che il commentatore ufficiale dell’evento, John Insprocker, non aveva frenato l’entusiasmo definendo la manovra “un fantastico atterraggio morbido”. Il razzo era decollato dalla stazione di Boca Chica, in Texas, per poi alzarsi in volo raggiungendo i 10 Km di altitudine previsti dall’operazione. Nel frattempo i tre motori si sono gradualmente spenti, fino a permettere all’SN10 di cominciare la sua discesa in posizione orizzontale. Poco prima dell’atterraggio poi, uno dei motori ha riportato l’unità in posizione verticale, portandolo ad adagiarsi lentamente al suolo. Fine della del video ufficiale, sipario, applausi. Peccato che, dopo qualche minuto, SN10 è violentemente esploso a causa di quella che sembra essere stata una perdita di gas metano.
L’operazione, nonostante tutto, è comunque stata un successo. L’obiettivo degli Starship è quello di portare equipaggi e materiali in orbita, sulla Luna e su Marte con la possibilità di ripartire e tornare indietro. Ecco, quest’ultima parte va ancora messa a punto, ma l’SN11 è già in avanzata fase di sviluppo. Nel frattempo, per chi se li fosse persi, ecco alcuni dei tentativi effettuati in passato da Space X.