La lettera di accusa al colosso ad Amazon è firmata da Andrew Percy, deputato conservatore per l’area di Brigg e Goole, Catherine McKinnell, parlamentare laburista della zona di Newcastle upon Tyne North e Lisa Cameron, esponente del partito nazionalista scozzese, che si sono dichiarati sconcertati dalle risposte che l’assistente vocale Alexa fornisce, quando viene interpellata su questioni che riguardano l’ebraismo.
Alla domanda, per esempio, se «gli ebrei controllano i media» Alexa ha risposto usando un passo di Wikipedia che dice: «Secondo Jew Watch gli ebrei controllano i principali sistemi economici del mondo e i media», ma non si è premurata di spiegare che Jew Watch è un sito apertamente cospirazionista e antisemita. Alla domanda «Se l’Olocausto sia stato una bufala» ha replicato: «I negazionisti dell’Olocausto affermano che l’Olocausto era una bufala, o un’esagerazione, derivante da una deliberata cospirazione ebraica».
Appurato l'accaduto, i vertici di Amazon hanno aperto un’indagine, ammettendo che verranno rimosse tutte le risposte ritenute di parte e dovranno ragionare meglio sul metodo di estrazione delle risposte.
Amazon si è accaparrato la gran parte del mercato per gli assistenti virtuali e l’impatto di dichiarazioni pregiudiziali potrebbe essere pericoloso. Oltre a rivolgersi ad Amazon, il gruppo misto parlamentare ha espresso la propria preoccupazione al ministro dell’Interno Priti Patel e si dice pronto a contattare la polizia, in modo che possa investigare su ogni area del settore della comunicazione che lascia spazio a affermazioni e comportamenti razzisti.
A sua discolpa, l’assistente vocale interrogato su altre tematiche delicate, non ha commesso errori: ha risposto in modo equilibrato a chi chiedeva se il Covid fosse una bufala e a chi si informava sulla pericolosità dei vaccini replicando che non esistono prove che i vaccini possano portare a malesseri o a conseguenze negative.