Il mondiale 2020 si è chiuso con piloti e uomini del paddock tutti schierati davanti ad un uomo solo con un maglioncino viola. Lui ringraziava, tutti gli altri applaudivano. Quell’uomo, come è noto, era Carmelo Ezpeleta. Un tipo particolare, dicono, uno che a volte ne fa arrabbiare parecchi, ma anche uno che è stato capace di mettere in piedi un mondiale di velocità nonostante una pandemia. Uno, insomma, che arriva fino in fondo e ci arriva pure bene, visto come sono andate le cose. E anche uno che, tolta la pausa di quel meritato applauso, s’è già rimesso al lavoro.
Perché il mondiale è finito, ma la Pandemia no. E c’è un altro calendario da redigere, altre tappe da fissare. Persino altri imprevisti da prevedere. Carmelo Ezpeleta lo sa benissimo e ha giocato d’anticipo. Quasi con l’atteggiamento di un negazionista. Non un “negazionista” del Covid, sia inteso, ma dei limiti che il Covid potrebbe frapporre fra i suoi progetti e la possibilità di realizzarli. Ha pubblicato un calendario e, ben consapevole che non basterà mettere nero su bianco date e luoghi, ha pure già bello e pronto un Piano B. Anzi, chi lo conosce scommette che nelle tasche custodisce pure un Piano C e persino un Piano D.
Il Piano A, infatti, non appare praticabile neanche ai più ottimisti: test a Jerez, poi test in Malesia e poi ancora in Qatar prima dell’inizio della regular season, sempre in Qatar.
Il primo scoglio potrebbe essere proprio la Malesia: è decisamente improbabile che l’intero Circus potrà trasferirsi a Sepang, tanto che Dorna starebbe già pensando a un doppio turno di test direttamente in Qatar. Magari chiedendo a team e piloti di restare per alcune settimane nello Stato arabo, così da garantire anche il primo gran premio del calendario e salvare, contrariamente a quanto accaduto lo scorso anno per la MotoGP, i significativi introiti che generalmente arrivano in occasione della gara inaugurale.
“L’essere riusciti ad organizzare il mondiale 2020 – ha detto Carmelo Ezpeleta – ci ha fatto capire che nulla è impossibile. All’inizio pensavamo di annullare tutto, poi abbiamo provato ad organizzare un mondiale con cinque gran premi e quando ci siamo resi conto che ci riuscivamo siammo arrivati a dieci e, infine, a quattordici. E’ stato un banco di prova ottimo e che ci apre la strada al 2021. Faremo almeno 18 gare e si terranno nelle date previste, per offrire uno spettacolo consolidato da marzo a novembre. Il vaccino è in arrivo. Penso che inizierà allo stesso modo con il rischio di qualche intoppo, ma poi migliorerà se non si verificherà un'altra catastrofe, cosa che non può essere esclusa in questa rara situazione. Il Mondiale del prossimo anno sarà molto più normale di quello che si è appena concluso”.
Gli appuntamenti fissati, intanto, sono 20, con 3 circuiti di riserva e un gran premio, che si terrà tra luglio e agosto, in un luogo che non è ancora stato stabilito. Al momento a rischio ci sono il secondo e il terzo gp della stagione, in Argentina e negli Stati Uniti d’America, ma la speranza è che il vaccino possa arrivare prima, facendo allentare la morsa delle leggi per il contenimento dei contagi nelle due nazioni
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