Il Covid19 non risparmia neanche il motorsport. Sono ore di apprensione, infatti, per il re della Parigi Dakar, Hubert Auriol, che è stato ricoverato in gravi condizioni per alcune complicazioni sopraggiunte dopo aver contratto il coronavirus. Il francese, che ha 68 anni, è stato uno dei tre piloti che è riuscito a conquistare la storica corsa sia pilotando una moto, sia al volante di un’auto. Lo ha fatto all’inizio degli anni Ottanta, in sella ad una BMW, sfiorando di nuovo il successo nell’1985 (secondo nella classifica finale) e nel 1987, in sella ad una Cagiva.
E’ proprio con la vittoria sfumata nel 1987 che il suo nome fece il giro del mondo, anche al di fuori del giro degli appassionati di motorsport. Perché Auriol era saldamente in testa alla classifica quando, durante l’ultima tappa che per lui doveva essere poco più di una sfilata, ebbe un incidente che gli costò la frattura di entrambe le caviglie. Provò anche a risalire in sella e arrivò comunque al traguardo, ma chiaramente dovette arrendersi ai traumi riportati nel responso del cronometro.
Il legame con la corsa più bella del mondo proseguì poi per Auriol al volante delle auto, con un altro successo arrivato nel 1992 insieme a Mitsubishi. L’Africano, questo il suo soprannome, entrò così nella storia della competizione, aprendosi anche la strada in seno all’ASO, la società che da sempre organizza la Parigi Dakar. Ma il richiamo del deserto fu, per lui, nuovamente più forte, tanto che a 54 anni tentò di nuovo l’impresa, questa volta al volante di una Isuzu. Ora, per il pilota francese la sfida è un’altra: quella con il Covid19.
Secondo la stampa transalpina, Auriol avrebbe contratto il virus nei giorni scorsi e nelle ultime ore le sue condizioni di salute hanno avuto un tracollo, tanto da rendere necessario il ricovero in ospedale. Il quadro clinico, secondo le poche indiscrezioni trapelate, è critico.