Sarà pure un personaggio strano, talvolta poco simpatico e dai modi non sempre garbati, ma su una cosa non ci sono dubbi: Carmelo Ezpeleta ci mette la faccia per i piloti più di quanto i politi sappiano fare da soli. E l’esempio lo ha dato anche oggi, dicendo chiaramente quello che pensa sulla conferma della squalifica di Andrea Iannone. “Quattro anni sono una esagerazione, è una sentenza ingiusta, sembra un castigo” – Parole, quelle del patron di Dorna, che non lasciano spazio a interpretazioni e che sono state riportate dalla Gazzetta dello Sport. “Mi sembra moltissimo, non capisco questo castigo per Andrea Iannone – dice Ezpeleta sulle pagine della rosa - Non sono d’accordo! Perché in sede di revisione siamo arrivati a quattro anni da uno e mezzo? Non capisco perché la Fim abbia accettato che un altro organo potesse peggiorare la prima sentenza. Sono dispiaciuto per Andrea, in assoluto non si merita questo”.
Già, la FIM. La Federazione che tace. Anzi, che non tace, ma che sembra lavarsene le mani, almeno a giudicare dal commento del suo presidente, Jorge Viegas. “Come ho detto personalmente a Iannone a Misano – ha spiegato Viegas a Corsedimoto - mi dispiace molto che la carriera di un pilota di questo livello possa finire in questo modo. Ma ho anche aggiunto che non avrebbe dovuto contestare la sentenza della Fim, perché la Wada di solito ha la mano pesante. Auguro ad Andrea tutto il meglio”. La WADA, quindi, vista come un potere non sfidabile, nemmeno con le armi della ragione e della verità. Brutta cosa. Non tanto per l’idea di una “forza superiore che determina e influisce”, ma perché il fatto che l’idea stessa sia contemplata e persino accettata. Senza tenere conto che un pilota è un essere umano con il casco.
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