A che cosa serve Internet se non a renderci tutti ipocondriaci dopo aver letto un articolo che collega i nostri sintomi del raffreddore a una strana malattia rara di cui è stato registrato un caso, una volta, nello Zimbabwe?
Che fino all'anno scorso faceva anche un po' ridere leggere l'enciclopedia dei grandi mali di Google ma adesso, nel pieno di una pandemia di cui si sa ancora poco e niente, mentre la gente continua a professare il credo assoluto del "vabbé ma non ho la tosse quindi non è Covid", il magico mondo del grande dottore online non fa più così ridere.
Ci siamo finiti tutti, almeno una volta, su uno dei milioni di siti che cercano di elencare in modo chiaro e semplice tutti i sintomi che un malato di Covid dovrebbe, o potrebbe, o non potrebbe avere. Ci sono talmente tanti se e tanti ma in questi articoli che trasformano una diagnosi in perifrasi complicatissime e senza apparente conclusione logica. Insomma, senza volerlo ci ritroviamo in un romanzo di Italo Svevo a tema pandemia.
Tra questionari online, app per riconoscere la tossa da Covid e lunghissimi elenchi di sintomi da spuntare come ingredienti per la torta della nonna Pina sulla lista della spesa, cercare di capire il proprio stato di salute su internet è diventato peggio dell'idea di scambiarsi i regali di Natale su Zoom. Anche se, effettivamente, rimane molto più facile rispetto a chiamare il proprio medico di base, che improvvisamente sembra essersi trasformato nella massima carica dello stato.
E proprio di cariche volevamo parlare, perché il nostro Giuseppe Conte nazionale ieri sera - ospite da Lilli Gruber a Otto e Mezzo - ha fatto preoccupare le sue bimbe, riunite davanti alla televisione per guardarlo ammiccare alla telecamera come Marlon Brando in Un tram che si chiama Desiderio. Già perché il povero Conte, che sudava e balbettava alle domande di una Gruber con il coltello tra i denti, non solo è apparso sottotono, ma anche parecchio raffreddato.
Tossiva, senza mascherina e qualche volta pure senza mano, sotto lo sguardo sempre più preoccupato della giornalista. Un po' di allergia, o magari un semplice raffreddore stagionale, ma sta di fatto che questa mattina nessuno parlava degli argomenti trattati nell'intervista (il Natale, la crisi economica, il lockdown...) ma dello psicodramma di CONTE CON LA TOSSE.
Quindi per non farci mancare niente, e in assenza di Burioni per una veloce consulenza telefonica, ci siamo affidati al mammasantissima della medicina nel ventunesimo secolo: Google.
Dopo una breve ricerca sulle abitudini del nostro capitano in acque tempestose, che sembra avere una vita sana e regolare, ci siamo affidati a un paio di siti internazionali e ad una applicazione realizzata in collaborazione con l'Università di Cambridge, per far analizzare la sua tosse e gli altri sintomi evidenziati nel corso della puntata.
Dopo aver gentilmente offerto tutti i dati della nostra privacy, tutti i nostri dettagli clinici (che poi sarebbero quelli di Conte) e aver registrato i colpi di tosse del Premier, il risultato (che comunque, sottolineano tutti, rimane dubbio e assolutamente da non considerare un referto medico) fa tirare un sospiro di sollievo a noi ipocondriaci del web.
Google dice che il nostro Giuseppe non ha il Covid.
E se lo dice internet, è sicuramente vero.
Se siete arrivati fino a qui seguiteci anche su Facebook e su Instagram