Se vi stavate chiedendo dov'era finito il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ecco che è tornato più in forma che mai scatenando nuovamente l’ilarità. Stavolta si è esibito durante gli Stati Generali del Vino, ribattendo alla proposta della Commissione europea di imporre avvertenze sanitarie sulle etichette delle bevande alcoliche. Difendendo il buon vino - “se consumato in quantità giusta fa bene” - Lollobrigida si è affidato a uno studio inglese sull’acqua per sostenerne la pericolosità: “L'abuso, avvertono da Londra, può avere conseguenze molto negative, addirittura pericolose. Il meno che possa capitare è una sudorazione eccessiva che può portare in casi estremi alla rimozione delle ghiandole sudoripare, contraccolpi possono riguardare il cervello, il cuore, il sangue troppo diluito, l'insonnia, danneggiare i reni. E uno dice: 'Mazza il vno quante cose fa?' No, questa è l'acqua. L'abuso di acqua può portare alla morte. Ma c'è un prodotto il cui abuso può non produrre danni? Non ne conosco”. E non siamo più nell'ambito delle gaffe, ma della stand-up comedy.
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Una perla che sembra uscita da uno spettacolo di cabaret degli anni migliori più che da un discorso di un ministro. In effetti, Lollobrigida sembra in grado di trasformare l’acqua in vino grazie alla miracolosa capacità di giustificare qualsiasi corbelleria: da un bicchiere d’acqua, infatti, crea un’argomentazione che sfida la logica. Ricordando altre sue imprese, si potrebbe dire che il ministro ha fatto della retorica surreale un’arte, capace di distorcere una verità scientifica - l’iponatriemia causata da un eccesso d’acqua - con un’iperbole degna dei migliori comici. E così, mentre i social si divertono a immaginare etichette “allarmistiche” sulle bottiglie d’acqua, Lollobrigida lancia la sua sfida a ogni forma di buonsenso, regalando a tutti noi una battuta che rimarrà negli annali.
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