Il brutale omicidio di Alessandro Venier ha scosso l'Italia intera negli ultimi giorni. 35 anni, l'uomo sarebbe stato avvelenato, ucciso e poi smembrato dalla compagna e dalla sua stessa madre che, in questo momento, sembrano essere state complici del reato (forse, premeditato da tempo). Mentre le forze dell'ordine cercano di appurare l'effettivo livello di responsabilità delle due, su TikTok molte sedicenti 'femministe' festeggiano. Festeggiano perché a perdere la vita è stato un 'lui' e non una 'lei'. C'è chi fa della orrenda ironia: "Chissà quanto rompeva le palle, visto che è riuscito a mettere d'accordo suocera e nuora!". Le opinioniste nazifem qui sostengono che la vittima meritasse questa fine perché, per esempio, 'non apparecchiava la tavola' e 'pretendeva di essere servito e riverito dentro casa'. Il tragico epilogo dovrebbe, a lor detta, servire da monito a tutti i maschi nostrani perché 'finalmente' le donne si starebbero 'ribellando' a quelli che sarebbero i loro storici 'oppressori', facendogli la pelle. "Meglio un giusto processo che ritrovarsi al cimitero", commentano in molti sotto questi reel deliranti. Empieza l'horror matriarcado.
Dispiace (molto) dare visibilità a tali profili - per altro, comunque già seguitissimi proprio per 'l'attivismo' rosa. D'altra parte, però, cotanto orripilanti farneticazioni sono già virali sugli altri social (da X a Instagram), raccogliendo commenti sdegnati. Come anche, purtroppo, plausi 'uomincidi' e repost incarogniti da parte degli accounti più incel e misogini su piazza - a cui è stato regalato un motivo per indignarsi seriamente e spargere un altro po' d'odio all'indirizzo del gentil sesso. Un clima da guerriglia nato dall'efferato omicidio di una persona, per moltissimi oltremodo 'meritato' e, quindi, motivo di grande giubilo.
Sono passati soltanto pochi giorni dal reato, ancora non chiarissime né la dinamica né le motivazioni dell'assassinio. Ma se qualcosa diventa 'trend', non importa che sia l'ultima cafonata dell'influencer di turno o una morte, tocca parlarne. E parlarne cercando di spararla il più grossa possibile, altrimenti a spirare è l'engagement del proprio profilo TikTok. E questa perdita (di follower) sì che sarebbe inaccettabile. Un lutto vero, una lesa maestà. E infatti, ecco spuntare altre menti illuminate a far propaganda 'femminista' sulla pelle di un uomo morto.
C'è una gran brutta vulva di problemi qui. Queste sedicenti attiviste propangandano l'omicidio come unica soluzione a quello che considerano il Male Assoluto, ovverosia l'uomo in generale. C'è chi avvisa i maschi tutti di cominciare a sentirsi 'inorecchiati' perché le donna finalmente si stanno svegliando, ha capito come pareggiare i conti dopo secoli di oppressione maschilista: col sangue. "Il femmicidio è sistemico", dicono, quindi non è paragonabile all'uccisione di un uomo, 'basta guardare i dati ISTAT, noi veniamo uccise ogni giorno". La controreplica degli account incel non può che essere - e purtroppo è - 'Beh allora l'unica femminista buona e una femminista morta". Se non si stesse parlando di persone che tolgono la vita ad altre persone, sembrerebbe di essere all'asilo. Ma nemmeno! Questi sono 'sragionamenti' che suonerebbero troppo infantili perfino a un embrione. Eppure, nascono dalla società in cui viviamo, anno delle Signore 2025.
La sedicente femminista riccia non ha dubbi: "L'omicidio di Venier è stato legittima difesa". Ancora non se ne conoscono le motivazioni, ma lei lo sa. Lo sa perché avrà letto l'indice di qualche librone Harmony e quindi ora si sente libera di starnazzare con sicumera roba di cui nemmeno le forze dell'ordine sono a conoscenza. Allo stato attuale, si comincia a mormorare che la vittima potesse essere stata una persona violenta, ma nulla è ancora certo. Amen, Alessandro Venier andava ammazzato in quanto uomo. E basta. Per via di un 'naturale' regolamento di conti tra gender.
Deliri di questa entità riescono a essere tra noi perché le persone, grazie anche a un certo battage mediatico che perdura oramai da anni, non si considerano più 'persone' ma 'maschi cattivi' e 'femmine buone'. Una polarizzazione che conduce, inevitabilmente, a uno squilibrio che non potrà mai equivalare alla formazione di una società di pari, ma destinata a restare dispari, in cui vale la regola (preventiva) del 'mors tua vita mea'. È davvero questo il mondo in cui vorremmo vivere - e morire?
Intanto, in tale humus social, le menti più giovani cominciano a porsi delle domande, delle domande che possiamo assolutamente 'scusare' dato lo scenario di merda in cui fin troppi stanno contribuendo a farle crescere. Una ragazza, per esempio, giusto oggi, si scusa su X per aver avuto, forse, un pensiero 'poco femminista': volersi trovare un fidanzato con cui condividere la vita, i viaggi, le emozioni di tutti i giorni. Senza preventivare di ucciderlo, pare. Reato!
