Potremmo ribattezzarlo il caso Lamborghini, anche se con cantanti e soubrette non c'entra un fico secco. La storia inizia quando il proprietario della famosa catena l'Antico Vinaio, Tommaso Mazzanti, pubblica sui social una foto del suo ultimo acquisto. Sorridente insieme alla moglie rivela la nuova auto di famiglia, una Lamborghini Urus dal valore di 230 mila euro. In allegato una lunga didascalia in cui spiega che a 21 anni aveva acquistato una Ford Fiesta bianca a rate di 300 euro al mese per quattro anni e che non poteva neanche immaginare che un giorno avrebbe guidato una supercar. E pagando in cash, aggiungiamo noi. Apriti cielo, molti clienti o semplici follower non l'hanno presa bene. E la gogna mediatica è servita calda calda.
C'è chi l'ha definito uno sborone arricchito, chi l'accusa di poca umiltà, e infine chi giura che non metterà mai più piede in uno dei suoi locali. Altri, va detto, l'hanno elogiato prontamente, a cominciare da Roberto Parodi, che sotto il post incriminato ha lodato la condivisione, sostenendo fosse ampiamente meritata. “Una bella storia e un regalo frutto di duro lavoro. Complimenti!”. Per poi aggiungere un apprezzamento culinario: “Una volta che miracolosamente non c'era coda sono riuscito a prendere la vostra focaccia, e in effetti era veramente buona”.
C'è da dire, però, che “il re della schiaccia” fiorentino, che si è fatto strada sui social al suon di “bada come la fuma”, non ha postato la foto sulla sua pagina personale, ma su quella della sua impresa, vero e proprio impero ormai diffuso in tutto il mondo. Che bisogna c'era di usare l'account aziendale? Vuoi vedere che l'invidia sociale di alcuni viaggia di pari passo con il desiderio di ostentare ricchezza di altri?