Il 5 giugno è stata ufficializzata una delle 17 spiagge per nudisti e naturisti d’Italia. Siamo in Toscana, più precisamente alla Lecciona, dove da poco sono ricominciate le attività estive tra ristoranti, bar, lidi e locali.
Proprio a due passi da uno dei locali più noti della zona, il “Mama Mia”, si trova un tratto di spiaggia dove le persone possono liberamente denudarsi, e godersi una giornata di mare e sole.
Anche se la comunità nudista non è proprio felice di vederci con le nostre telecamere e microfoni, riusciamo a parlare con Giampietro Tentori, presidente dell’associazione Anita (Associazione Naturista Italiana) il quale ci spiega che: “Il naturismo è uno stile di vita, noi arriviamo da uno stato che è soprattutto uno stato bigotto. Il naturismo è anche un turismo familiare, e stiamo organizzando un evento proprio rivolto alle famiglie con bambini”. In merito a questo, e non solo, abbiamo intervistato il consigliere dell’associazione Antonio La Sala.
Un evento con dei minori in una spiaggia per nudisti non potrebbe incontrare delle forti resistenze di una parte della società?
I bambini vengono in spiaggia per giocare, fare il bagno, i castelli di sabbia e così via. La malizia sta negli occhi di guarda, il problema sono i genitori che pensano a chissà che cosa.
In queste spiagge si fa sesso liberamente o è un mito da sfatare?
Assolutamente è un mito da sfatare, il nudista non va collegato automaticamente al sesso. Chi vuole fare certe cose le può fare altrove. A me è capitato di vedere persone intente a fare sesso, ma in quei casi devi intervenire e intimarli di andarsene. Qui la gente vuole prendere il sole, farsi il bagno e vuole farlo nudi. Altri tipi di libertà non sono consentite, ma non perché lo diciamo noi, ma perché esiste già il Codice civile e penale che regola e punisce comportamenti di un certo tipo (atti osceni in luogo pubblico n.d.r.).
Hai mai visto persone trans in una spiaggia nudista?
Le persone trans ci sono, ma non praticano spesso il nudismo, è molto raro vederle. Credo che essendo in una fase di accettazione e transizione del proprio corpo ancora non si sentano a loro agio, però forse bisognerebbe chiederlo ad una trans. Spero che un giorno possa diventare uno spazio in cui anche loro possano esprimere la loro libertà sessuale.
Nel frattempo, intorno a noi, si crea un gruppetto di persone composto da amici degli organizzatori e riusciamo a parlare con un docente universitario in pensione della Statale di Pisa, Saverio Sami, al quale chiediamo da quanto tempo pratica nudismo, e cosa significa per lui essere nudisti: “Pratico nudismo da quando ho 27 anni, quindi parliamo di circa 40 anni. L’ho sempre vista come una cosa normale, il nudo è innocente fino a prova contraria”.
Quindi è la società che rende il nudo come un oggetto sessualizzato?
Certo! La società inserisce la malizia dentro un qualcosa che è la normalità da sempre. Essere nudisti significa anche scoprire le diversità dei corpi. Il bello del nudismo è la tua totale trasversalità.
In che senso?
In una spiaggia nudista non troverai mai un solo tipo di persona, ma ci sarà l’avvocato, il professore, il medico, l’operaio, l’artigiano e così via. La questione è semplice: stare bene con il proprio corpo qualunque forma abbia.
Infine, riusciamo a parlare con Francesco (nome di fantasia) al quale chiediamo se abbia mai fatto sesso in una spiaggia per nudisti: “Io pratico il nudismo da 10 anni, e non l’ho mai fatto in una spiaggia per nudisti, anzi, ti dirò una cosa forse scomoda, ho fatto sesso nella cabina di uno stabilimento balneare molto importante e blasonato”.
Quindi, Francesco, possiamo affermare che la comunità nudista non è fatta di pervertiti che fanno sesso o orge?
Per la mia esperienza personale trovo molte più persone pervertite in giacca e cravatta.