Da qualche giorno sui social e nei gruppi Whatsapp universitari sta girando un video che sta scatenando moltissime polemiche. Nella registrazione - diventata virale - si vede e si sente un docente dell’Università degli studi di Pisa che, mentre sta facendo degli esempi di fronte ad alcuni studenti, dopo aver premesso cosa pensano "le aziende competitor" si lascia andare a esempi calcistici: "Devi morire, devi morire, come si fa allo stadio. Spaccati la gamba... Speriamo che Ibra (l'attaccante del Milan Ibrahimovic, nda) si rompa", fino ad arrivare a una frase discriminatoria sull’attaccante del Napoli Victor Osimhen che definisce “maledetto negracci*”. E aggiunge: “Io sono milanista, se si facesse male l’attaccante del Napoli (Osimhen, nda), bellezza… Quel maledetto negracci*... eh, scusate”. Tutto questo si vede nel filmato in aula ripreso con il cellulare da un ragazzo collegato da remoto (che trovate qui sotto). Dalle verifiche che abbiamo fatto, si tratterebbe di un professore di 84 anni, allora docente a contratto della Facoltà di Ingegneria dell'Università di Pisa e adesso in pensione. La frase sarebbe stata pronunciata circa due anni fa, durante il periodo delle lezioni a distanza, e lo studente che da casa stava registrando non è riuscito a trattenere lo stupore: “No, non ci posso credere. Ha detto quel maledetto negracci*...”.
Come detto, il video risalirebbe a due anni fa, quando ancora i poli universitari pubblici prevedevano la didattica mista, metà in presenza e gli altri tutti a casa dietro il Pc. Stranamente, il girato è stato diffuso nelle chat Whatsapp di alcuni studenti soltanto in questi giorni, diventando in pochi giorni virale. A spiegarci che cosa sarebbe avvenuto abbiamo intervistato telefonicamente due professori dell'Ateneo di Pisa che hanno provato a smorzare i toni. La professoressa Maria Vittorio Salvetti ci ha spiegato: “Stava facendo un discorso calcistico, non era durante la lezione ma a margine. Infatti si ferma, come se dicesse una bestemmia e si accorgesse subito di aver sbagliato. Sono discorsi che non si dovrebbero fare, però non è da commissione etica, non è un insulto allo studente, ma una frase inappropriata nel linguaggio di oggi che una persona di 80 anni potrebbe non aver colto”. Dello stesso avviso anche il collega, il professor Franco Failli: “Ero presente e mi colpì, era un momento di pausa dove si parlava di altro, come del tifo calcistico. Infatti feci presente che non era una espressione elegantissima. Ma non era rivolta ai presenti, voleva solo richiamare in che modo le tifoserie si apostrofano a vicenda”.