Quando hanno scoperto il corpo esanime di Giulia Cecchettin ero veramente addolorata. La suspense che era stata creata in quei giorni era tanta, ed io veramente speravo che la trovassero ancora viva. Mentre quella sera Giulia veniva ammazzata tra botte e coltellate, sola, in un parcheggio di una zona industriale, non vedeva tutti i finti moralismi ed i grandi discorsi di queste persone che ora stanno politicizzando l’argomento per ergersi da paladini e prendere più voti alle prossime Europee. Giulia provava tanto dolore, tentava di proteggersi da un mostro assassino, quello che un tempo lei stessa aveva scelto e che lei aveva amato. In quella fase si percepiva solo unanime cordoglio, non c’erano bandiere o fazioni politiche, anzi in un così triste momento ci siamo tutti sentiti uniti nel dolore per la perdita di Giulia. Ma ad un certo punto arriva Elena, la sorella della vittima, con il suo messaggio che mi è parso non opportuno e di cattivo gusto, gettando la colpa addosso indiscriminatamente a tutti gli uomini, ad impartire proclami politici oltre che lezioni di morale mentre indossa una felpa che ha richiamato l’attenzione di molti per il logo satanico. L’hanno descritta come un’adolescente scioccata per la morte della sorella, ma la ragazza è una donna di 26 anni! Il discorso era troppo freddo, lucido e mirato e non parlava dell’assassino ma di noi, dei nostri mariti, dei nostri padri e dei nostri figli!
Non mi interessa giudicare il suo credo, se satanico o meno, perché alla fine venerare l’occulto, inneggiarlo o pubblicizzarlo porta solo dolore e morte; però non ho assolutamente gradito di farmi istruire da una ragazza che non conosco, non capendo il motivo della sua reazione di accusare il mondo intero, distribuendo la colpa alla collettività e, così facendo, quasi assolvendo l’assassino: perché se la colpa è di tutti, alla fine non è di nessuno, e quindi sortendo l’effetto di far passare in secondo piano l’unico vero colpevole. Spero che lei prima o poi si affidi alla luce del buon Dio, augurandomi che qualcuno la conduca sulla retta via: ne avrà tanto bisogno, perché secondo me non ha ancora realizzato il trauma subito per ciò che le è successo. Al posto di quanto hanno fatto il padre e la sorella di Giulia, io avrei fatto un mea culpa in privato, perché mi sarei domandata se avessi fatto abbastanza per proteggere mia sorella o mia figlia. Normalmente, si ha l’abitudine di dare alle vittime come Elena una specie di salvacondotto per dire ciò che vogliono e come vogliono: tuttavia esistono sempre limiti da non superare e, purtroppo per lei e per noi, Elena li ha oltrepassati abbondantemente. Fra le altre cose, questa continua demascolinizzazione ha prodotto il risultato di avere uomini come il vicino di casa che, al primo grido di Giulia “mi fai male!”, rimangono chiusi in casa impauriti limitandosi a chiamare la polizia invece che correre in strada per soccorrere Giulia. E questi sono gli stessi uomini e le stesse donne che vediamo ora nelle piazze con le candeline in mano, ma alla fine tutte queste anime contrite d’ora in poi correranno in strada al grido di dolore di una donna? La verità è che il vittimismo uccide, e che è innaturale e controproducente castrare gli uomini, perché il Male è là fuori e ci sarà sempre, e abbiamo bisogno degli uomini che ci difendano! Perché il loro naturale ruolo è quello di proteggerci e – ricordiamoci – l’uomo che invece la donna la uccide è una eccezione, una anomalia da estirpare. Tornando ad Elena Cecchettin e suo padre, dove erano lei e suo padre mentre la sorella frequentava un tipo del genere? Le amiche con le quali Giulia si è confidata, perché non hanno avvisato la famiglia? Ed i genitori del ragazzo, non vedevano in che condizioni psicologiche era il loro figlio?
Sono loro che hanno fallito nel proteggere Giulia, abbandonandoli entrambi a loro stessi anziché agire. Perché mi sembra che le lezioni di morale impartite ultimamente dal padre siano quasi una specie di manifesto di ciò che si dovrebbe fare, e che lui per primo come padre si è reso conto di non aver fatto. Le femministe sono parte del problema, e stanno veramente esagerando. Sono inoltre le stesse che manifestano a favore di Hamas, dimenticandosi che dove c’è l’integralismo islamico trattano le donne addirittura peggio di come è stata trattata la povera Giulia. E non hanno speso una parola di cordoglio per le donne ebree stuprate ed uccise il 7 ottobre! Lo capiranno? Ovviamente no. Alcune di loro non capiscono per ignoranza, altre invece speculano su concetti astratti come il “patriarcato” per fare sciacallaggio sulla pelle di altre donne. L’altro giorno nelle mie storie Instagram ho postato sui vari uomini che ho spazzato via io in persona, da sola, con la mia forza. Per onestà, sono tre uomini non paragonabili al "mostro" Filippo Turetta: quei tre erano semplicemente dei furbacchioni, ma il senso è molto simile. Se tutti gli uomini fossero dei mostri così come le femministe li dipingono, starnazzando a pugno chiuso, io dovrei già essere stata ammazzata da un pezzo, o distrutta pubblicamente. Ed invece sono ancora qui e, al momento, ho vinto tutte le mie battaglie proprio grazie al sostegno di uomini amici che sono i miei veri eroi. Se pensiamo che il delitto d’onore ed il matrimonio riparatore vennero aboliti soltanto nel 1981, dobbiamo fermarci a riflettere, ma soprattutto rimanere lucidi e positivi in quanto stiamo arrivando ad ottenere un equilibrio armonioso tra uomo e donna, e non dobbiamo permettere che venga attaccata la famiglia che è il primo pilastro della società. Dobbiamo assolutamente insegnare i valori della famiglia ai nostri giovani nonché il rispetto dei ruoli perché, care le mie femministe, noi donne non siamo uguali agli uomini come loro non sono uguali a noi. Abbiamo i nostri ruoli da rispettare se vogliamo una società sana ed equilibrata. Combattere l’altro sesso è sbagliato: fra sessi opposti dobbiamo avere collaborazione e non contrapposizione. Per concludere, meditate su quanto segue: “Questi tali sono falsi apostoli, operai fraudolenti, che si mascherano da apostoli di Cristo. Ciò non fa meraviglia, perché anche satana si maschera da angelo di luce. Non è perciò gran cosa se anche i suoi ministri si mascherano da ministri di giustizia; ma la loro fine sarà secondo le loro opere”.