Oliviero Toscani, nella puntata zero di MOW Against che potete vedere qui, ha dichiarato che la Sicilia è ancora mafiosa (“mafiosa e fascista, come tutta Italia”), aggiungendo che ci vorranno almeno due generazioni per cambiare le cose. La prima risposta è arrivata dal Presidente della Regione Nello Musumeci, che ha definito le parole del fotografo intollerabili idiozie. Poi è stato il turno di Giorgia Meloni e di Matteo Salvini, entrambi schierati contro Toscani. Così abbiamo preso il telefono e contattato i cittadini di Corleone: qualche attività, il Comune, il Sindaco, due diverse associazioni contro la mafia, un paio di persone dal cognome scomodo e, in chiusura, un monastero. Le risposte, che potete riascoltare qui, sono state estremamente varie.
Il Centro Internazionale di Documentazione sulla Mafia e del Movimento Antimafia ci fa sapere che no, Corleone è tranquilla e la mafia ormai non c’è più. Discorso simile al gestore del Marylin Café, che spiega: “Non c’è più niente, sono argomenti che non interessano più alla gente”. Così ci dicono anche dal Monastero del Santissimo Salvatore: “Io sono di Corleone e le dico che Corleone, come la Sicilia, non è mafiosa. Per conto mio non mi risulta assolutamente”. Contattiamo poi l’architetto Salvatore Riina, gli chiediamo come vive il cognome che porta addosso: “È difficile”, spiega, aggiungendo che: “A Corleone non credo ci sia ancora la mafia, ma in Sicilia sicuramente. A Palermo, nelle grandi città e in alcuni quartieri sicuramente c’è”. In molti preferiscono non commentare. Parliamo a lungo, invece, con Marilena Bagarella di Laboratorio della legalità: “Oliviero Toscani è stato qui a Corleone a fare una campagna nel 1997 per rilanciare l’immagine di Corleone. Un lavoro da cui venne stampato il catalogo Benetton, in un periodo che i sociologi chiamano primavera corleonese. Il problema non è quanta mafia c’è, ma quanto siamo cambiati e quanti passi avanti sono stati fatti. Però lo sappiamo benissimo che, in tutta Italia, ora la mafia è silenziosa: dove ci sono soldi fanno affari, non a caso si parla di mafia dei colletti bianchi”.
Anche il Sindaco di Corleone, Nicolò Nicolosi, si dimostra disponibile e sostanzialmente d’accordo con le parole di Oliviero Toscani: “Non ha torto quando dice - come dicono anche le Forze dell’Ordine e la Commissione Antimafia - che esiste ancora una presenza di mafia in Sicilia. Ma non è più paragonabile in termini di valenza, incidenza e di capacità criminale, diciamo così, rispetto alla ‘ndrangheta o alla camorra. Sta diventando un fenomeno criminale come tanti, in cui l’aspetto della cosiddetta mafiosità - che era fatta di riti e omertà - viene sempre meno. Tant’è che, quando uno di questi mafiosi che ancora pensa di poter fare certe cose viene arrestato, nel tempo di due mesi comincia a parlare. Prima non se lo sarebbe sognato nemmeno, l’omertà era veramente radicata. Sicuramente esiste ancora una presenza mafiosa, ma non la si può assolutamente paragonare a quella che c’era in passato. E quando Toscani dice che nell’arco di una o due generazioni sparirà, probabilmente ha ragione. Quelli che hanno meno di cinquant’anni sono ormai fuori dalla logica di mafia. Gli altri, chi ha più di cinquant’anni insomma, hanno magari un comportamento che può essere assimilato ad un modo di pensare mafioso. Questa è la situazione. C’è, insomma, una crescita progressiva in direzione della legalità che si allarga sempre di più”.
Al netto delle dichiarazioni di ognuno, Oliviero Toscani ha ragione. Ridurre le sue parole ad un insulto per i siciliani (quando lui, oltretutto, allarga il discorso a tutta la penisola) è la vera mancanza di rispetto per chi la mafia continua a combatterla. In Italia esiste la DIA (Direzione Investigativa Antimafia), ci sono decine di processi aperti per crimini di stampo mafioso. È vero, come spiegano da Corleone, che la Sicilia non è in balia di Cosa Nostra e che non ci sono sparatorie quotidiane per le strade. La criminalità organizzata però esiste e lavora in silenzio, semmai oggi preferisce gli appalti alla droga, la tangente all’intimidazione. Dire che non esiste più è il vero insulto ai siciliani, come spiega su MOW lo scrittore Ottavio Cappellani.