“30enni, 40enni e 50enni di oggi sono una generazione di dementi: collaborazionisti, venduti, dei maiali. Non avete nessun senso della sovversione, non avete nessun senso della vita: del vivere, la vita. E non consumarla”. E parlando della propria esperienza politica come assessore alla Cultura nel Comune di Salemi, ha aggiunto che “la Sicilia è ancora mafiosa. Ancora adesso, ci vorrà qualche generazione. Ma è l’Italia che è mafiosa: siamo mafiosi e fascisti. Questo è un paese fascista”. In particolare quest’ultima bordata di Oliviero Toscani, ospite di “MOW against Toscani” - puntata numero zero del nostro nuovo format - ha scatenato un mare di polemiche, soprattutto in Sicilia, dove ieri gli ha risposto piccato il presidente della Regione, Nello Musumeci: “Non è una provocazione è una idiozia, una offesa alla cultura, alla civiltà" ha sbottato da Catania, aggiungendo: “Da un intellettuale non ti aspetti la riproposizione di luoghi comuni in una terra che ha pagato ad altissimo prezzo l’impegno e la lotta contro la mafia. Un idiota, niente di più”. La bordata del fotografo, comunque, ha avuto il merito di risollevare una questione che da tempo non veniva più affrontata. Ieri, sempre su MOW, è intervenuto lo scrittore Ottavio Cappellani, siciliano, che ha dato ragione a Toscani: “Basterebbe leggere un qualunque giornale, frequentare un qualsiasi tribunale, ma anche parlare al bar, per sapere che la mafia esiste, eccome”. Ma la questione è arrivata persino all’attenzione della politica nazionale, con i leader di Lega e Fratelli d’Italia, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che sui social hanno attaccato Toscani attraverso due post in cui difendevano i siciliani e invitavano il fotografo a “vergognarsi”.
Per cercare di capire meglio quale sia oggi la reale pericolosità della mafia in Sicilia, abbiamo chiesto a chi il fenomeno, non solo lo conosce bene ma lo ha anche combattuto per anni. Parliamo di Giuseppe Ayala, ex magistrato siciliano oggi in pensione, che ha lavorato fianco a fianco con Giovanni Falcone nel pool antimafia. E a sorpresa, ci ha spiegato il perché non si trova d’accordo con Oliviero Toscani nella definizione “la Sicilia è ancora mafiosa” e ha ricordato i passi avanti compiuti nella lotta alla criminalità organizzata: “Mi sembra una affermazione incauta e superficiale. Nessuno può negare che la mafia sia stata una protagonista della storia della Sicilia, ma dagli anni ‘80 prima e poi con il maxi processo e dopo le stragi del ‘92, la mafia non è sconfitta ma non è più quella di prima, non ha più il controllo capillare del territorio che eravamo abituati a conoscere”. Un cambio non da poco, per l’ex magistrato, che fa anche una diagnosi precisa di quale sia lo stato di salute di Cosa nostra: “Per richiamare la pandemia dire che non è intubata e moribonda, ma sicuramente è ricoverata e non se la passa molto bene. Per questo la dichiarazione di Toscani è sommamente ingiusta nei confronti dei tanti siciliani onesti che abitano questa terra e hanno rialzato la testa. In passato la presenza mafiosa era molto più significativa, oggi quella che è la mia sensazione da siciliano è che abbiamo fatto grandi passi avanti. Per cui – ha proseguito - senza poter affermare che l’abbiamo sconfitta, non si può più dire che la Sicilia è mafiosa perché sarebbe un po’ come utilizzare la propaganda in corso in Ucraina, con i russi che negato tutta la tragedia che invece possiamo vedere davanti ai nostri occhi”. E ha poi voluto ricordare l’amico e collega Giovanni Falcone: “Come diceva sempre: la mafia è un fenomeno umano, deteriore quanto vogliamo, ma come ogni fenomeno umano ha un inizio, uno svolgimento e una fine. Quel giorno verrà, io spero solo di essere ancora su questa terra per poterlo constatare. Ma Toscani è un geniaccio – ha concluso -, quindi gli concediamo anche lusso di questa provocazione”.