L’anno dell’attentato alle Olimpiadi di Monaco, dell’omicidio Calabresi e dello scandalo Watergate, un Annus horribilis come ne sarebbero seguiti tanti nel decennio, ma un film colse lo spirito oscuro dell’epoca benché parlasse di mafia: Il padrino. Tratto dal romanzo di Mario Puzo (che collaborò alla sceneggiatura), diretto da Francis Ford Coppola, è uno di quei rari casi di film di genere che si sdoganano dal genere stesso perché larger than life. Che siate fan o meno del film, o dei ‘gangster movies’ è innegabile che molte frasi (“gli farò un’offerta che non potrà rifiutare”) e alcune scene siano entrate non solo nel nostro immaginario, ma anche in scambi di battute con amici e parenti; o l’esercizio divertente di replicare la mimica facciale di Marlon Brando nei panni di Vito Corleone, magari infilandosi cotone in bocca. Purtroppo il film restaurato è disponibile nei nostri cinema solo fino al 2 marzo - benché il film sia uscito il 15 marzo negli Stati Uniti e il 21 settembre in Italia - ma il 22 marzo uscirà in 4K Ultra HD la Limited Collector’s Edition. Come dichiarato dallo stesso regista: “Sono molto orgoglioso de Il Padrino, che ha sicuramente definito il primo terzo della mia vita creativa. In particolare del fatto che Il Padrino Coda: La Morte di Michael Corleone di Mario Puzo sia incluso in questo tributo per il 50° anniversario, in quanto racchiude la visione originale mia e di Mario nel concludere definitivamente la nostra epica trilogia. È anche gratificante festeggiare questo traguardo con la Paramount e insieme ai meravigliosi fan che lo hanno amato per decenni, alle giovani generazioni che oggi lo trovano ancora attuale e a coloro che lo scopriranno per la prima volta”.
Eppure la gestazione del film fu piena di complicazioni dovute all’ingerenza della Paramount Pictures. In fan conosceranno ogni dettaglio del film e della lavorazione, ma le nuove generazioni no. Qui, di seguito, dieci curiosità su Il padrino:
1. La famigerata testa di cavallo era reale
Ebbene sì, la testa di cavallo nel letto del produttore era vera e offerta gentilmente da una azienda specializzata in cibo per cani (negli Stati Uniti la carne di cavallo era la norma nel cibo per cani).
2. Robert De Niro ha fatto il provino per Sonny
De Niro non è arrivato nella saga dei Corleone fino al secondo capitolo, eppure fece il provino per Sonny. Coppola ritenendo il carattere dell’attore troppo violento decise di riutilizzarlo nei panni del giovane Vito. L’attore di Taxi Driver per quel ruolo vinse un Oscar come Miglior attore non protagonista.
3. Coppola lottò per avere Al Pacino
La Paramount provò a mettere molti veti sulle scelte di Coppola che, presto o tardi, vinse su ogni questione. Al Pacino era la scelta del regista rispetto a Robert Redford o Ryan O’Neal voluti dalla produzione. A Pacino andò il ruolo di Michael Corleone mentre il personaggio di Sonny andò a James Caan che fece, anche lui, l’audizione per Michael.
4. La parola mafia non è usata nel film
Combattere l’uso degli stereotipi non è un atteggiamento nuovo a Hollywood. L’organizzazione Italian-American Civil Rights League durante incontro con Francis Ford Coppola ha ottenuto che non venisse usata la parola mafia nel film.
5. Marlon Brandon rifiutò l’Oscar vinto per il ruolo di Vito Corleone
Una scena diventata famosa nella cultura pop, potete trovarla su Youtube, è quella degli Oscar del 1973 dove una donna nativo americana, Sacheen Littlefeather, lesse una lettera, a nome di Brando, spiegando il suo rifiuto ad accettare il premio come Miglior attore. Considerato che la Paramount non voleva Brando nel film, ché aveva la nomea di persona estremamente problematica, la scelta dell’attore è stato uno schiaffo in faccia a tutta l’industria cinematografica.
6. Da un errore nacque una scena memorabile
Lenny Montana (nel film Luca Brasi) era un ex wrestler professionista, eppure all’idea di lavorare con Brando si agitò moltissimo e gli ci volle un’intera giornata per girare. A causa delle tempistiche Coppola non riuscì a fargli ripetere la scena (l’assassinio di Brasi). Il risultato, commovente e brutale, è quello che conosciamo grazie al regista di tenere ‘buona la prima’.
7. Lascia la pistola e prendi i cannoli
L’attore Richard Castellano (Peter Clemenza) improvvisò la battuta rendendo una scena violenta assolutamente tragicomica. La battuta nacque grazie a una aggiunta di Coppola stesso alla scena precedente, dove la moglie di Clemenza dice al marito: ‘Non dimenticarti i cannoli’.
8. Le carte di Brando
Sin dagli anni ‘60 Brando era famoso per usare cartoncini. A detta sua era un modo di aumentare la spontaneità attraverso la lettura delle battute, dando l’idea allo spettatore che il personaggio stia pensando realmente alle cose da dire.
9. Il logo de Il padrino
Il logo famoso, copiato, citato è stato l’ennesimo braccio di ferro tra Coppola e i produttori. Creato da S. Neil Fujita per il libro, il logo rappresenta una mano che tiene una croce da cui penzolano dei fili che tengono su il titolo, a richiamare l’idea di un burattino manovrato da un burattinaio. Gli studios volevano eliminarlo, ma il regista nella sua opposizione venne sostenuto da Mario Puzo stesso.
10. Francis Ford Coppola
Costa Gravas, Elia Kazan, Arthur Penn era tre dei nomi che voleva la Paramount. Buttati Bernardo e Non torno a casa stasera ottennero un buon successo di critica, ma Coppola era ben lontano da realizzare i suoi capolavori (quelli da Il padrino in poi). Gli studios volevano un prodotto più pop, un gangster movie lontano dalle pieghe cupe che aveva in mente il regista. Eppure dopo la scena dell’omicidio di Sollozzo and McCluskey per mano di Michael, i produttori cambiarono idea.