Novant’anni di Freaks. Novant’anni in anticipo sui tempi, questi tempi che stravolgono il significato dell’essere attori (interpretare qualcuno di diverso da te) in nome della inclusività. Trans che possono essere interpretate solo da trans, nani solo da nani (e il metro e novanta di John Rhys-Davis nel panno di Gimli il nano ne Il signore degli anelli?) e a breve, morti solo da morti. Mentre gli Stati Uniti si infiammano per il nuovo problema da primo mondo (uno diverso al giorno), il cinema rimane più reale di una realtà che si fa sempre più parodistica. Freaks racconta la storia del povero Hans, un nano, innamorato di Cleopatra la trapezista che lo illude per mero opportunismo; è un triste rimpiattino Freaks, perché Cleopatra ha una relazione nascosta con il forzuto Ercole, e in segreto i due studiano un piano per impossessarsi degli immensa eredità di Hans. L’unica che sembra rendersi conto della natura ambigua dei due ‘normali’ è Frida, anche lei affetta da nanismo come l’amato Hans. Nel 2022 quella di Freaks è una storia già raccontata, quella delle persone comuni affette da vera mostruosità, e non quella puramente fisica dei freaks, ma la totale assenza di empatia. Gli attori scelti per il film sono veri artisti circensi e non c’è nessun trucco, se non nella donna gallina nel finale (spoiler?). I personaggi del film sono realmente così, dall’uomo torso (Prince Randian) ai microcefali Zip & Pip (Elvira e Jenny Lee Snow), e questa particolarità ne ha caratterizzato sia la natura di cult che il flop al botteghino.
Il film era un omaggio sapiente di Tod Browning a un gruppo di bravissimi teatranti indipendentemente dalle loro condizioni fisiche (la donna uccello era affetta dalla sindrome di Virchow-Seckel) e allo stesso tempo di dare loro un’opportunità per farsi conoscere. Freaks già covava nei pensieri del regista che era cresciuto con una immensa passione per l’ambiente circense. Nel 1927 girò il meno fortunato Lo sconosciuto con Lon Chaney, una storia d’amore dai risvolti tragici e noir. Ma, ancora prima del regista di Freaks, e sempre con Chaney, nel 1924, esce L’uomo che prende gli schiaffi di Victor Sjöström; storia di uno scienziato caduto in disgrazia che si trova al centro di un triangolo amoroso tossico nel mondo del circo. Insomma, erano gli anni in cui il pubblico subiva la fascinazione dei freaks show, ma solo Tod Browing riuscì a coglierne tutto il potenziale orrorifico e malinconico assieme (anche perché lui stesso si cimentò in diversi ruoli nei sideshow), tanto che in Inghilterra ne fu vietata la visione per anni.
Nel 2022, nonostante siamo cresciuti con siti come Rotten, le esecuzioni di Al Qaida mostrati al telegiornale, e le violenze che condividono centinaia di migliaia di utenti su Telegram, Freaks rimane, sì, un’opera di culto, ma uno dei film più disturbanti della storia del cinema. E questa particolarità è da attribuirsi alla lavorazione stessa del film, a essere stato il primo a mostrare come vivevano i ‘fenomeni da baraccone’ e a costringerci ad aprire gli occhi e ad accettare che nelle periferie della nostra vita ci sono anche loro, i diversi. Non sono un contingente straniero pronto ad attaccarci, o a lasciarsi usare (come provano a fare Ercole e Cleopatra con Hans), ma esseri umani con le loro debolezze e, perché no, anche con un certo grado di disumanità. Se non conoscete il grido ‘Gooble, gooble, one of us’, siete dalla parte sbagliata della storia.
Freaks nella loro natura di persona, come noi (ma c’è un noi e un loro?): persone, buone, generose, capaci di amare, ma anche fallibili e feroci, ben lontani dall’essere annullati e ridotti a semplici personaggi a una dimensione sola. Purtroppo la versione presentata oggi al pubblico è quella con il lieto fine, richiesta dal produttore Irving Thalberg, mentre alcune scene come l’evirazione di Ercole sono state cancellate mutilando letteralmente anche il film. Quando vi sentite dei fighi a vedere A Serbian film pensate a chi, come me, una notte dei primi anni ‘90, poteva assistere in seconda serata (sulle reti Fininvest) a questo capolavoro del cinema. Oggi, nonostante sia sdoganato l’impossibile, sarebbe assolutamente impensabile trovare Freaks su Rete 4 alle 23.