Se c'è una cosa che ci insegnano gli scandali sportivi è che le ombre spesso si intrecciano con la luce dei riflettori. La trasmissione Le Iene, sempre pronta a indagare sui meandri più oscuri del mondo del calcio, ha messo nel mirino il modus operandi di Salvatore Bagni, leggenda del Napoli, e di suo figlio Gian Luca, oggi a capo di un'agenzia sportiva. L'inchiesta ha svelato presunti accordi poco chiari, che coinvolgerebbero cifre in contante e pratiche poco trasparenti. Il servizio parte da un'intervista con Salvatore Bagni, che avrebbe dichiarato come, se fosse stato lui a "scegliere" il giocatore, sarebbe stato disposto a investire nel suo talento. Ma se il ragazzo non fosse stato scelto direttamente dalla sua agenzia? In quel caso, secondo Bagni, sarebbe stato il calciatore a dover pagare. La somma richiesta? Niente di meno che 30mila euro. "A meno di 30mila euro non facciamo niente", è la dichiarazione riportata nel servizio. E non è finita qui. Salvatore Bagni ha aggiunto che alcuni dei giocatori da lui "piazzati" nei club professionistici hanno addirittura pagato cifre superiori: due 30mila euro e uno 40mila euro. Bagni ha anche affermato che la sua agenzia opera esclusivamente su pagamenti in contante: "Noi andiamo sempre sul cash", ha sottolineato. Che cosa comporta questo modo di gestire le transazioni?

I dubbi: un'intermediazione legale?
A questo punto, la domanda sorge spontanea: è tutto legale? Possibili violazioni delle normative fiscali e sportive sembrano essere in agguato. Iniziamo con la questione più semplice, quella legata ai pagamenti in nero. Pagamenti in contante, senza alcuna tracciabilità fiscale, costituiscono una violazione delle normative italiane sul fisco, in particolare dell'Articolo 2 del Decreto Legislativo 74/2000, che regola l'evasione fiscale. Nel momento in cui Bagni dichiara di preferire pagamenti senza una ricevuta fiscale, stiamo parlando di una violazione palese delle leggi italiane. Il rischio di evasione fiscale è alto, e le pene possono andare da sanzioni pecuniarie a pene detentive, se si tratta di evasione su larga scala.
Ok l'intermediazione, ma la Licenza?
Se la parte fiscale è già problematica, la situazione diventa ancora più complessa dal punto di vista sportivo. Per fare l'agente sportivo in Italia, secondo le normative della FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio), è necessario essere registrati come intermediario sportivo. Questo passaggio obbligatorio richiede che l'agente abbia un registro ufficiale presso la Federazione e che operi seguendo le norme disciplinari della FIGC. Ebbene, la figura di Salvatore Bagni è chiara come ex calciatore, ma non risulta come agente sportivo registrato, almeno secondo le informazioni pubbliche. Gian Luca Bagni, suo figlio, sembra essere l'unico ufficialmente registrato nel Registro Federale Agenti Sportivi. Tuttavia, come abbiamo potuto verificare sul sito della Federazione, Gian Luca Bagni appare nel registro senza alcuna specifica sulla società con cui lavora e senza il numero di registro. Una lacuna che potrebbe sollevare legittimi dubbi sulla sua effettiva regolarità nell’esercizio della professione. La FIGC, infatti, richiede che ogni agente sportivo sia correttamente registrato, con una documentazione ufficiale che mostri l’affiliazione a una società o a un club professionistico. L'assenza di queste informazioni potrebbe comportare la sospensione delle attività da parte della Federazione e possibili sanzioni disciplinari.

Favoritismi e manipolazione delle scelte tecniche?
Non meno grave è quanto emerso sui favoritismi e la manipolazione delle scelte tecniche. Bagni, infatti, avrebbe dichiarato che, grazie ai suoi contatti, fosse possibile garantire a un giocatore un posto da titolare in squadre di Serie C, come la Vis Pesaro, in cambio di favori e sponsorizzazioni. Se confermato, questo potrebbe configurarsi come una violazione delle regole di trasparenza e meritocrazia stabilite dalla FIGC e dalle leghe professionistiche. In pratica, Bagni sta suggerendo che le decisioni tecniche – fondamentali per la competizione e la selezione dei calciatori – possano essere influenzate da interessi economici esterni, in una chiara violazione dei principi di meritocrazia sportiva. La Regola 1 del Codice Etico della FIGC stabilisce che tutte le decisioni tecniche, compreso l’ingresso in squadra, devono essere prese esclusivamente sulla base delle prestazioni sul campo, senza che interferenze esterne possano alterare il processo decisionale.
Un sistema da ripulire?
Alla luce delle dichiarazioni emerse nel servizio de Le Iene, Salvatore e Gian Luca Bagni potrebbero trovarsi a fronteggiare gravi violazioni delle normative italiane e della FIGC. Se confermato che l'intermediazione sportiva avviene senza la necessaria licenza, che le scelte tecniche vengono manipolate da interessi esterni e che i pagamenti in contante sono una prassi consolidata, le conseguenze potrebbero essere serie. L’evasione fiscale, la mancata registrazione come agenti sportivi e la violazione delle normative di trasparenza e meritocrazia sono solo alcuni degli aspetti che potrebbero essere esaminati dalla FIGC e dalle autorità fiscali italiane. Le norme sono chiare e, se venissero accertate le irregolarità, le sanzioni potrebbero andare da multe a squalifiche professionali. In ogni caso, le ombre sull'attività di Salvatore e Gian Luca Bagni dovrebbero richiedere verifiche approfondite da parte degli organi competenti, per capire se, davvero, il calcio italiano è diventato una merce gestita da chi paga di più.
