L'enorme supposta dello scultore Severino del Bono, si infila provocatoria nell'attualità contemporanea della Penisola: è stata appena ultimata in provincia di Brescia ed è alta più di cinque metri, e pesa quasi una tonnellata. L'opera ha una importante presenza spaziale, ma oltre all'impatto per lo sguardo, induce a più profonde riflessioni. Si tratta di una versione per il "Lato B" dell'arte provocatoria, come il famoso "dito medio di Cattelan": opera altamente simbolica e parecchio esplicita, con cui il potere economico di Piazza Affari saluta dal centro di Milano il resto dei poveracci di tutto il pianeta. Le pagine locali di Bresciaoggi informano che la mastodontica supposta creata da Severino Del Bono è stata appena ultimata dall'artista, e verrà esposta nel capoluogo lombardo, ma sarà ospitata a Brescia in un luogo e uno spazio pubblico che rimarrà ignoto fino alla posa. La grande scultura è composta di polistirolo e resina, con una base in metallo ed è stata verniciata in colore bianco lucido. "Da un bozzetto mi sono poi deciso a realizzarla - ha spiegato sulle pagine del quotidiano l’artista - è stato un investimento costoso, per cui ci sono voluti sei mesi di studi, ma la soddisfazione oggi a fine montaggio è stata per me impagabile".
Severino del Bono, classe 1966, è originario della provincia lombarda e le sue opere ricordano obelischi fallici del mondo antico anche se si ispirano a medicine da infilare nel deretano. Molte delle sculture sono presenti in gallerie private e nelle collezioni di noti estimatori d'Arte. Tra cui il pornodivo italiano Rocco Siffredi, che direttamente dall'Ungheria invia in esclusiva a MOW un'immagine di una delle "supposte d’autore" che personalmente possiede, tra le tante opere di artisti che compongono la collezione del famoso attore, produttore e regista della cinematografia per adulti. MOW è lieto di pubblicare per i propri lettori l'immagine del "suppostone di Roccone", sulla scrivania dello studio ungherese a casa della leggenda del Porno. Le "supposte d'autore" sono costruite in prezioso marmo bianco e hanno una ragguardevole dimensione, ma sembrano minuscole come la versione light per bambini, almeno al confronto della colossale pastiglia per il didietro, appena ultimata da Severino del Bono. Per merito di quella stupefacente iperbole che è l'Arte, la "Regina di tutte le supposte" trasforma l'esplicito impatto visivo dell'opera bresciana in un potente messaggio, che è in grado di arrivare a qualsiasi osservatore.