Una marea di polemiche hanno accompagnato la partecipazione di Cristina D’avena alla festa per il decennale di Fratelli d’Italia e poi, una volta sul palco, la cantante ha dimostrato a tutti quanti che è facile parlare di dialogo standosene seduti comodi dietro a una tastiera, o condividendo i propri valori soltanto con chi già la pensa come te. Troppo facile così. Molto più difficile è presentarsi alla Festa dove si sono celebrati i 10 anni del partito guidato da Giorgia Meloni, e continuare a essere sé stessi. Proprio come ha fatto lei. Certo, senza delegittimare chi ti ha invitato, ma proseguendo quelle battaglie che ti hanno sempre caratterizzato. I simboli sono importanti e, da donna di spettacolo, non è certo passata inosservata la scelta di indossare una lunga gonna con i colori arcobaleno, un chiaro riferimento ai diritti Lgbt. E, se qualcuno non lo avesse colto, la cantante è stata più esplicita a parole prima di intonare Lady Oscar, una delle sue sigle senza tempo: “È un inno all’amore, universale, senza distinzioni. Per questo voglio cantarla con voi, perché l’amore è tutto”. Ha proseguito con le sue canzoni più famose, che il pubblico presente, composto esclusivamente da adulti, ha intonato insieme a lei da Kiss me Licia, Memole, Occhi di gatto fino agli immancabili Puffi.
Poi ha ricordato gli ultimi, le persone ai lati delle strade, che hanno bisogno di amore e della vicinanza del prossimo, in una canzone natalizia scritta per lei dal cantautore Niccolò Agliardi: "Ricordo, anche a me stessa, che dobbiamo guardare a questa realtà, capire cosa queste persone ci stanno dicendo anche se lo fanno in modo silenzioso. Vorrei che nel 2023 almeno questo iniziasse a funzionare". Le polemiche della comunità Lgbt contro Cristina D’Avena non hanno trovato spazio durante la serata, visto che la sua esibizione di politico non ha avuto nulla, come ci hanno confermato i suoi fan più accaniti, che hanno rimandato al mittente tutte le critiche sulla loro beniamina, che seguono da sempre instancabilmente per tutta Italia tornando bambini insieme a lei: "Sono tutte critiche sterili che non portano da nessuna parte, perchè tutti noi siamo cresciuti con le canzoni di Cristina, che fanno parte del nostro bagaglio culturale e della nostra infanzia. La musica non ha ne colore politico ne colore razziale, è universale. Per noi questa è stata un'occasione in più per poterla riabbracciare, soprattutto sotto le feste di Natale".