L’idea non è nuova e di recente l’ha rilanciata il ministro dei trasporti e infrastrutture, il leader leghista Matteo Salvini: alzare l’attuale limite di velocità in autostrada dai 130 chilometri orari ai 150 in alcune tratte. “Stiamo facendo tutte le valutazioni”, ha dichiarato Salvini, “perché ci sono tratte autostradali ampie dove sul modello tedesco si potrebbe pensare anche di aumentare i limiti di velocità, visto il basso tasso di incidentalità perché purtroppo la stragrande maggioranza dei morti non sono più su autostrada ma sono sulle strade extraurbane, quindi con buonsenso si potrebbero aumentare in alcuni tratti e diminuire in altri, ci stiamo lavorando con i tecnici, la velocità non è una scelta politica”.
I criteri di scelta dei percorsi che starebbero ispirando il progetto al vaglio del ministero sono due: la presenza del sistema Tutor di controllo attraverso le telecamere, e la larghezza della tratta, ovvero che sia composta da non meno di tre corsie di marcia. A oggi le autostrade in Italia coprono 7.016 km. Di questi, a scorrere in tre corsie sono 1800 km (mentre quattro corsie sono presenti in alcune centinaia di km). Il sistema di rilevazione elettronico Tutor è presente in quattro punti lungo la A1 e in due in A14. Combinando i due fattori, l’elenco delle arterie autostradali “papabili” non è difficile da individuare: potrebbero essere l’A1 Milano-Napoli, l’A4 Milano-Brescia, l’A14 Bologna-Taranto, l’A8 Milano-Varese e l’A26 da Genova fino in Piemonte.