Anche Fabrizio Corona ha sospirato. Ha atteso qualcosa, prima di parlare. Ma anche prima di non parlare. “Qui mi voglio fermare”, “non ci voglio arrivare, voglio fermarmi prima”, “io su certe cose non ci voglio entrare”. Tre modi diversi per affermare la stessa cosa. Mi sono esposto, mi sono beccato la mia solita valanga di prevedibili critiche, ma ora stop. Ieri sera, ospite di Nunzia De Girolamo ad Avanti popolo (Rai 3), Fabrizio Corona ha lasciato intendere diverse volte che la parte più buia del mondo delle scommesse sportive si regge su un “livello” non ancora noto. Un livello che il fondatore di Dillinger News, al momento, non vuole sfiorare.
Avanti popolo e il caso Fagioli
Buona parte delle critiche ricevute da Corona dopo le rivelazioni su Nicolò Fagioli, Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo sono state, in buona parte, prevedibili. Luciano Spalletti, allenatore della Nazionale, dopo che si è visto decimare la squadra azzurra, lo ha accusato di sciacallaggio, pur senza mai menzionarlo esplicitamente. Polemiche anche per la scelta della Rai di far parlare “il pluripregiudicato” che rischia di far vibrare troppo forte le fondamenta del sistema calcio. Perché di sisma, finora, si è trattato. “Ma non sono un infame. Non lavoro con le forze dell’ordine. Questa inchiesta sarebbe comunque partita, a prescindere dalle notizie che ho diffuso tramite il mio canale Telegram o Dillinger News”, ha specificato Corona. “Un’inchiesta che neanche vi immaginate cosa c’è sotto”. No, infatti, per ora possiamo solo intuire. Corona ha definito “drammatico” il caso Fagioli. “Nicolò è un ludopatico vero” che vive in un ambiente in cui pare che a nessuno (procuratori in primis) freghi un caz*o dell’altrui sorte. Il diktat è monotono e ripetitivo: fare business. E chi si è visto, si è visto. Dietro Fagioli e le brutte abitudini di ragazzi con troppi a soldi a disposizione, c’è però un mondo di bets (parola dall’impatto più soft rispetto al brutale “scommesse” che riporta immediatamente ai precedenti capitoli della lunga saga del Calcioscommesse) decisamente stratificato: “Il primo livello – osserva Corona – è quello delle scommesse legali, gestite dallo Stato, ma poi c’è il mercato oscuro, quello dei bookmakers, degli allibratori, del mercato nero. Tutti i calciatori finora coinvolti sono collegati ad un unico gruppo di persone che permette loro di giocare mettendoci la faccia, la garanzia del contratto. Giocano sulla parola”. In questo modo al calciatore basta una telefonata o un messaggio WhatsApp per spostare 20/30/40mila euro su una quota. Senza bisogno di affidarsi troppo a quegli intermediari (peraltro figure abbastanza comuni) di cui una fonte anonima (ma verificata) parlava ieri al nostro Otto De Ambrogi.
Gli intrecci relativi a Nicola Zalewski
Su chi siano gli abitanti di questo livello oscuro, Corona non si espone. “Si allargherà l’indagine?”, chiede De Girolamo. “Dipende dalla voglia (di indagare, nda) della Procura di Torino”. Molta luce deve essere ancora fatta. Simbolica, a questo proposito, la vicenda di Nicola Zalewski (Roma), altro giocatore tirato in ballo da Corona. “Questa vicenda di scommesse è legata a un’altra vicenda: Zalewski è fidanzato con una ragazzina che ho cresciuto da quando aveva due anni. La madre è una mia cara amica, che a sua volta è amica di una persona che mi ha fatto il più grande male della mia vita. Queste persone sono tutte legate a un unico nucleo centrale. Zalewski gioca da anni, io ho le prove che lui giochi. Ho le foto che lo ritraggono in compagnia di questo gruppo di persone di cui non voglio fare il nome. È amicissimo di Zaniolo e scommette sempre, sempre, sempre”. La fonte che avrebbe rivelato a Corona il vizio di Zalewsky ha poi negato tutto, ma per Corona questa smentita conta nulla: “Ha parlato con un podcaster qualsiasi, un poverino che ha cercato di cavalcare la notizia”. La domanda quindi resta: a chi si riferisce, Corona, quando parla di quel “livello oscuro” rispetto al quale si vuole “fermare prima”?