A volte basta fare (almeno in parte) il proprio lavoro per sembrare degli eroi e per far urlare al miracolo. È il caso dei dipendenti dell’Ama, l’azienda incaricata dello smaltimento dei rifiuti e della pulizia delle strade di Roma. Dopo che abbiamo raccontato del fenomeno dei “resuscitati” (i dipendenti di Ama che dalla sera alla mattina passano dalla malattia alla guarigione per tornare in servizio, ma solo dopo i controlli, oppure quelli che si “nascondono” negli spogliatoi per tutto il turno: lo abbiamo scoperto intervistando una lavoratrice della contestata municipalizzata), è uscita la notizia (che tale non dovrebbe essere) che nella Capitale, o almeno in alcuni quartieri, stanno pulendo le strade.
Subito si è scatenata l’ironia dei residenti, così come quella del quotidiano romano Il Messaggero: “Per quei lettori più giovani, che forse non hanno ben presente di cosa stiamo parlando, si tratta di quell’attività che si esegue con le scope ed eventualmente con l’acqua per eliminare dall’asfalto cartacce, bottiglie di plastica, aghi di pino, escrementi di cane, carcasse di piccione, pelli di topo essiccate e conciate. Sono state avvistate squadre di operatori dotati di strumenti innovativi come ramazze, tubi per innaffiare, camionette spazzatrici. In alcune zone addirittura si prevede la sosta vietata per liberare le carreggiate; nelle altre si rimedia con i soffia-foglie per spostare almeno un po’ delle schifezze messe a dimora da decenni sotto la pancia delle automobili”.
Ed ecco invece alcuni dei commenti di cittadini increduli: “«Oddio, siamo stati invasi dalla Svizzera!», «L’ultima volta li avevo visti nel 1978», «Ora gli chiedo l’autografo». Qualcuno si scatta un selfie con gli spazzini. «Fagli la foto e mandala al National Geographic, te la mettono in copertina» ironizza uno sui social. Altri fanno i dietrologi: «È un trucco per convincerci a pagare la Tari, scadeva questa settimana guarda caso». Poi ci sono quelli che la sanno più lunga di tutti: «Ma di che vi sorprendete, ci sono le elezioni no?». E una signora risponde: «Se è così, speriamo che sotto casa mia passino prima del 25 settembre»”.