Giacomo Tranchida dei polveroni se ne infischia. È il sindaco uscente di Trapani in quota Pd e alle amministrative del 28-29 maggio punta a farsi rieleggere. Ma senza simboli, questa volta. Perché oltre all’ampio sostegno dei dem può contare anche su quello dell’assessore regionale leghista Mimmo Turano: un miscuglio che fa storcere il naso sia a sinistra sia a destra. Era proprio il caso, dato il vuoto – nel 2017 scattò il commissariamento comunale – in cui versa la politica locale? Soprattutto attorno al Pd, imbarazzato dalle vicende di Campobello e Petrosino (sempre provincia di Trapani) dove la cosa pubblica è piombata nella zona d’ombra fra massoneria e criminalità organizzata? Era proprio il caso, dopo le recenti parole di Elly Schlein sulla “caduta di tensione nella lotta alla mafia”, che seguono l’appello “a farla finita con i capibastone all’interno del nostro partito”? Per Tranchida, evidentemente sì. E anzi: quanto sopra è ancora poco. Perché non aggiungervi un candidato al Consiglio comunale in grado di unire tutti questi problematici puntini?
Detto fatto. In settimana sono state presentate le dieci liste civiche che appoggiano il sindaco. E all’interno di “Trapani tua”, spicca il nome di Nicola Sveglia. Notare l’incastro: Sveglia è nipote di – e soprattutto si rifà politicamente a – Paolo Ruggirello. L’ex consigliere regionale del Pd, già sponsor dell’attuale primo cittadino di Campobello di Mazara – il paese-covo di Matteo Messina Denaro – che il mese scorso è stato condannato in primo grado a 12 anni di carcere, per concorso esterno in associazione mafiosa. Non si può parlare di svista o disattenzione: Tranchida aveva candidato Sveglia pure nel 2018. E già allora la mossa era salita alla ribalta della cronaca, con la testata locale Tp24 che pubblicò una foto di Sveglia insieme a Ruggirello e a Lillo Giambalvo: un altro politico del territorio finito a processo per aver millantato di essere amico di Messina Denaro. All’epoca, Giambalvo risultava assolto (oggi lo è pure in appello) e Ruggirello era ancora lontano dal suo primo arresto. Eppure, per molto meno, Tranchida si vide comunque costretto a chiedere spiegazioni a Sveglia. Che liquidò la questione come “un incontro casuale strumentalizzato a fine politici”.
Va sottolineato che Sveglia, sotto il profilo giudiziario, è estraneo a qualsiasi vicenda. Il tema però è sempre lo stesso: l’opportunità politica della candidatura. Che in questo caso si rivela infelice –ancora di più nell’ottica puritana del nuovo Pd di Schlein – anche per altre vicende. Oltre all’impegno civico Sveglia lavora per Airgest, la società di gestione dell’aeroporto di Trapani, nel cui cda figurava Ruggirello quando il nipote venne assunto all’interno di un’operazione di lottizzazione politica dei dipendenti. Ciononostante, dallo scorso marzo fa parte pure della sezione provinciale della Filt, il sindacato dei lavoratori dei trasporti della Cgil. E veniamo alla chiusura del cerchio. Il depositario della lista “Trapani tua”, dove figura Sveglia, è Fabio Bongiovanni: assessore al Bilancio del comune di Trapani e risaputo sostenitore di Mimmo Turano. Insieme, prima che Turano finisse nell’orbita del Carroccio, hanno condiviso una lunga militanza nell’Udc. La destra locale ha sperato fino all’ultimo che prevalesse la lealtà di coalizione. Ma Turano si è giustificato dicendo di non essere riuscito a convincere i suoi. “Vanno dov’è più probabile essere eletti”, ha spiegato al Giornale di Sicilia. I suoi sarebbero Bongiovanni, Sveglia e soci: dritti sul carro di Tranchida. E va bene, Schlein non si occuperà dei cani sciolti. Ok, il Pd non sarà direttamente responsabile di un sindaco che non corre ufficialmente per il partito – e infatti il principale sfidante, Francesco Brillante, è pure di area dem. Ma al suo povero elettorato cosa resta? Certo non l’etica di Tranchida, caso Sveglia docet. Che a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina. Agli ex democristiani di “Trapani tua” la massima dovrebbe piacere.