Chissà cosa farà il Pd in Sicilia alla prossima assemblea regionale. Chissà se si impegnerà a fare luce sulle stranezze del Trapanese, visto che nell’ultima di sabato scorso non ne hanno parlato. E proprio domenica, Giusepppe Castiglione, il sindaco di Campobello di Mazara, paese-covo di Matteo Messina Denaro, è stato ospite di Non è l’arena su La 7. “Un mio assessore risulta denunciato? Non conosco il fatto, sarà la prima cosa che verificherò domani mattina”, ha risposto a Massimo Giletti. “Se sono un massone? No”, dice il primo cittadino incalzato da Peter Gomez, dato che sia Il Fatto sia MOW avevano raccontato delle stranezze intorno ad alcuni uomini che lo hanno appoggiato e di alcune sue (legittime) uscite pubbliche accompagnato dalla massoneria.
Evidentemente le vicende di Campobello non sono le uniche problematiche che riguardano il Pd locale. Proseguiamo nei dintorni, con quel che succede a Petrosino: un altro paesino di poche migliaia di anime finito nella bufera da qualche settimana, dopo l’arresto di un consigliere comunale. Si chiama Michele Buffa ed è stato accusato di aver stretto un patto elettorale con il quasi omonimo Marco Buffa, già condannato in via definitiva per mafia (ora in custodia cautelare). Secondo il gip dell’inchiesta della procura di Palermo, il politico avrebbe affidato al malavitoso “il compito di raccogliere voti in suo favore dietro pattuiti compensi”. Si parla perfino di visite a domicilio dei potenziali sostenitori, sottolinea il Fatto Quotidiano. Roba da Cetto La Qualunque.
Tra gli indagati figura anche Aldo Caradonna, presidente del Consiglio comunale di Petrosino che a stretto giro ha rassegnato le dimissioni. “Sono stupito” dichiara il sindaco Giacomo Anastasi, “ma questa vicenda giudiziaria ha a che fare solo con le sfere personali di Buffa e Caradonna e non riguarda in alcun modo l’attività della mia amministrazione”. Mentre Domenico Venuti, segretario provinciale del Pd, esprime “preoccupazione per ciò che sta emergendo. In ogni caso, il nostro partito a Petrosino ha perso le elezioni e non è presente in Consiglio né in giunta”. Sulla prima parte della frase pochi i dubbi, perché Anastasi, in carica dal 2022, faceva parte di una lista civica non sostenuta dal Pd. Sulla seconda, invece, molte perplessità: dei quattro assessori nella giunta di Petrosino, uno è Caterina Marino. La capolista di Elly Schlein nel collegio di Trapani-Agrigento. E oggi membro dell’assemblea nazionale.
Cosa c’entra Marino con gli arresti? Assolutamente nulla, sotto il profilo giudiziario. Vale la pena però rispolverare il contesto delle elezioni dello scorso giugno: Anastasi vinse per appena 16 preferenze. E oggi si scopre questo inquietante dietro le quinte, che palesa un quadro di voti di scambio. Quanti di preciso, difficile dire. Ma per arrivare a 16 basta il passaparola. Insomma, dinanzi a una maggioranza tanto risicata – dispiace che il sindaco non se ne avveda – sarebbe naturale tornare alle urne. Almeno questo suggerirebbe la buona politica. Figurarsi allora la superiorità morale invocata da Schlein, che richiama alla legalità e promette di “estirpare i mali dal partito”. La leader dem, appellandosi a questi principi, ha appena deciso di commissariare la Campania attaccando apertamente Vincenzo De Luca. Sulla Sicilia, invece, silenzio. Sia da parte di Elly, sia della sua rappresentante. Marino non sente alcuna necessità di prendere le distanze da quel che accade attorno a lei? O di compiere un gesto forte, spingendo verso nuove elezioni? Tanto più che a Petrosino, alle ultime primarie del Pd, ha stravinto Schlein. Registrando numeri anomali: oltre 400 voti su 7.500 abitanti. A Mazara (50.000 abitanti) le schede sono state 254. A Trapani (68.000) soltanto 500. Ma considerando le singole circoscrizioni, quella di Petrosino è stata in assoluto la più partecipativa di tutta la provincia. Quella dove Elly ha ottenuto più preferenze (285). Difficile ignorarne il peso specifico.
Al momento però, Marino non ha detto nulla. E non ha detto nulla nemmeno Dario Safina, deputato regionale del Pd che si era speso per garantire a Marino un posto in lista. Safina è l’uomo forte di Schlein in provincia. Ma fino all’anno scorso era stato anche assessore con delega ai Lavori pubblici nel comune di Trapani, nella squadra di Giacomo Tranchida, il sindaco uscente del Pd che oggi cerca la rielezione con il sostegno della Lega. Sentendosi forse più vicino al Carroccio che all’area dem. Durante il suo mandato Tranchida ha infatti finanziato associazioni di provincia contrarie all’aborto e disposto il divieto di sbarco per 250 migranti a bordo di una nave in quarantena per Covid. Scelte difficili da giustificare, se rapportate alla nuova direzione del Pd. Allo stesso tempo, fin troppo comode per ingraziarsi un alfiere di Salvini come Mimmo Turano. Oggi assessore regionale, tra i principali sponsor di Tranchida e in passato presidente della provincia di Trapani. Nel 2010 era finito all’attenzione della Direzione Investigativa Antimafia.Sono nomi che vanno e vengono, all’interno di un tessuto politico locale messo alla prova da controversie e lotte intestine. Schlein batta un colpo, visto che i suoi delegati non lo fanno.